Giornata mondiale contro le FAKE NEWS: ecco come la DISINFORMAZIONE colpisce il gioco pubblico

Il 2 aprile è il Fact-checking Day, la giornata internazionale dedicata alla sensibilizzazione contro la disinformazione, istituita per chiedere più fatti e meno bugie nell’informazione. In Italia è scesa in campo anche Mediaset, con la campagna “IO NON LA BEVO” e che nella giornata di oggi ha diffuso sulle proprie reti un spot dedicato alle Fake News.

E tra i settori più colpiti in Italia dalle Fake News c’è sicuramente quello del gioco pubblico. Agimeg nel corso degli anni ha in più occasioni smascherato le numerose inesattezze ed imprecisioni, in taluni casi studiate ad arte per screditare il comparto, che hanno colpito il settore del gioco. Ne abbiamo raccolte alcune per dimostrare come il settore abbia subito un vero e proprio attacco mirato alla disinformazione, frutto spesso di ignoranza e talvolta di malafede.

FAKE NEWS N. 1 – GLI ITALIANI SPENDONO 100 MILIARDI NEL GIOCO

Una delle più grandi sviste riguarda la differenza tra spesa e raccolta. Tante, troppe volte si è sentito dire che la spesa degli italiani nel gioco è pari ad oltre 100 miliardi di euro, cosa assolutamente non vera, in considerazione del fatto che, sul giocato, deve essere scorporato quanto vinto dai giocatori, dunque la spesa effettiva è di meno di 20 miliardi di euro l’anno. Una bella differenza, ma che spesso una certa parte della politica “dimentica”.

FAKE NEWS N. 2 – POCHE TASSE SUL GIOCO

Altro tema su cui si fa molta confusione è la fiscalità applicata ai giochi. A fronte di tanto denaro giocato, si tende a credere che quanto pagato dalla filiera del gioco non sia che una piccola parte di una cifra ben più corposa. Falso anche questo. In Italia la tassazione dei giochi è superiore al 50%, percentuale che mette il nostro Paese in testa a livello europeo tra i più tassati (il doppio rispetto a Francia e Regno Unito, addirittura il triplo della Germania e il quadruplo rispetto alla Spagna). Non è un caso che ogni anno quanto incassato dall’Erario (nel 2019 circa 11 miliardi di euro, il dato 2020 ha risentito della chiusura della rete fisica del gioco a causa della pandemia) sia una cifra ben più alta di quanto suddiviso tra l’intera filiera (concessionari, ricevitori, gestori ecc.).

FAKE NEWS N. 3 – I NUMERI DELLA LUDOPATIA

Altra grande fake news riguarda i numeri della ludopatia. Spesso si parla erroneamente di milioni di persone “malate di gioco”, ma i numeri reali sono ben diversi. Recentemente si è sentito dire che il 18% della popolazione è affetta da ludopatia, ma se fosse così, su una popolazione di 60 milioni di abitanti, sarebbero affette da ludopatia quasi 11 milioni di persone. Una follia, che provoca disinformazione e danni reputazionali al settore del gioco legale. I numeri dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha redatto il più grande studio mai realizzato in Italia sul tema, dicono tutt’altro: nel nostro Paese giocano almeno una volta l’anno 18,4 milioni di persone, di queste 1,5 milioni sono problematiche, ma non significa che siano necessariamente patologiche.

FAKE NEWS N. 4 – SALE CHIUSE E CRIMINALITA’

Se si chiude il gioco, gli italiani non si “ammalano” più. Errato, anzi si dà in questo modo campo aperto alla recrudescenza della criminalità organizzata, che sfrutta la chiusura della rete fisica – imposta in questi ultimi mesi a causa della pandemia – per raccogliere puntate in modo illegale e senza alcuna tutela per i giocatori. Lo ha dimostrato una recente indagine effettuata da Agimeg che, sulla base delle operazioni condotte da Polizia, Carabinieri, GdF ed ADM, ha evidenziato come nel 2020 con sale giochi, sale scommesse e bingo chiusi vi sia stato un vero e proprio boom del gioco illegale, con gli incassi delle mafie aumentati lo scorso anno del 50% ed arrivati a sfiorare i 20 miliardi di euro.

FAKE NEWS N. 5 – IN ITALIA SI GIOCA DI PIU’

Altra disinformazione e lo dimostra sempre l’Istituto Superiore di Sanità. “Tra i grandi Paesi europei l’Italia è solamente al quinto posto per percentuale di giocatori che hanno effettuato un qualsiasi tipo di scommessa nell’ultimo anno (statistica 2018) con una percentuale pari al 36,4%. A guidare questa speciale classifica la Spagna con il 75,7%, seguita dal Regno Unito con il 63% e dalla Francia con il 56,2%, mentre in quarta posizione la Germania con il 39%”.  Il gioco fa comunque parte della nostra tradizione. Basti pensare al Lotto che, con 500 anni di vita, è il gioco ancora attivo più antico al mondo.

FAKE NEWS N. 6 – I GIOVANI SI ROVINANO CON L’AZZARDO

Bisogna ricordare che il gioco in Italia è vietato ai minori. Chi fa giocare un minore, commette un reato penale come chi vende gli alcolici a chi ha meno di 18 anni. Difficile quindi monitorare un fenomeno illegale ma secondo i dati disponibili (2018) dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, sono state 242 le violazioni penali in un anno nel settore del gioco, dato che comprende violazioni di diverso tipo. Secondo l’ISS il giocatore tipo ha invece tra i 40 ed i 64 anni.

FAKE NEWS N. 7 – IL DISTANZIOMETRO COMBATTE LA LUDOPATIA

Grande fake news. I dati dell’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità mostrano che rispetto al giocatore sociale (16,9 milioni di persone che giocano in maniera consapevole) il giocatore problematico (1,5 milioni) predilige i luoghi lontano da casa (11,3% contro il 2,5%) e dal lavoro, quelli che garantiscono la maggior privacy (10,7% contro 1,5%). I giocatori sociali invece scelgono più spesso i luoghi vicino casa (49,2% contro 37,5%) o vicino a posti di lavoro (14,9% contro il 9,6%). Insomma allontanando il gioco dalle città, con la politica del “distanziometro”, si favorisce il gioco problematico.

FAKE NEWS N. 8 – GIUSTO VIETARE LA PUBBLICITA’ SUL GIOCO

Sbagliato. Dal rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità emerge quanto questo tipo di misura restrittiva sia inutile ai fini del contrasto al gioco. Dall’indagine si evidenzia infatti che solamente il 19,3% dei giocatori, che dichiara di aver notato la pubblicità di un gioco d’azzardo, ha scelto di giocare in base a questa, mentre l’80,7% dichiara di non aver scelto di giocare in base alla pubblicità.

FAKE NEWS N. 9 – IL GIOCO NON E’ ECONOMIA REALE

Si tratta di un settore che da lavoro a 150.000 persone tra diretti e indotto. Sono decine di migliaia le famiglie che vivono grazie al loro impiego in questo settore. Il gioco è intrattenimento e quindi spendere i soldi per una scommessa, un film o un concerto rientra nella piena libertà democratica di scelta di ogni persona. Il gioco vale per l’Erario entrate per oltre 10 miliardi di euro all’anno di tasse dirette, con quelle indirette (ad esempio quelle pagate sugli utili dalle società ed imprenditori) la cifra sale. Quindi ennesima fake news, il gioco è economia reale.

FAKE NEWS N. 10 – LE SALE HANNO UN RISCHIO MEDIO-ALTO DI CONTAGIO

Disinformazione allo stato puro. Basta guardare il video realizzato da Agimeg per rendersi conto dei protocolli utilizzati da sale giochi, sale scommesse e sale bingo per la gestione dell’emergenza sanitaria. Termo scanner, mascherine, percorsi definiti, materiale informativo, sanificazioni apparecchi e postazioni, sanificazione aria, distanziamento, contingentamento entrate, apparecchi distanziati, ecc. Si tratta di protocolli con una grande attenzioni ai dettagli (si arriva alla sanificazione dei singoli pennarelli del bingo) e addirittura più restrittivi di quelli previsti dalla normativa.

FAKE NEWS N. 11 – 100 MILIARDI DI EURO NON PAGATI

Ma la madre di tutte le ‘balle’ che circolano in rete è che la lobby delle slot negli anni abbia evaso 98 miliardi di euro. La vicenda delle cosiddette “maxi penali” chieste dalla procura per il periodo 2004-2006 nasce da un’inchiesta della Guardia di Finanza che, nel 2006, ha scoperto che decine di migliaia di apparecchi – in quegli anni il settore legale stava ampliandosi togliendo spazio a centinaia di migliaia di slot illegali gestite dalla criminalità – non erano collegate alla rete telematica dei Monopoli che registra le giocate e calcola il prelievo da destinare all’erario. La Corte dei Conti fece un calcolo puramente matematico in base alle penali stabilite dalla convenzione del 2004 (50 euro per ogni ora in cui una macchina non era collegata alla rete Sogei) concludendo che lo Stato subì un danno di circa 89 miliardi: smontata così subito la prima ‘fake news’, i 98 miliardi non sono mai esistiti. In primo grado la Corte dei Conti accerta gli illeciti e la mancanza di controllo, ma ritiene che il danno complessivo sofferto dall’erario sia effettivamente pari a 2,5 miliardi di euro (36 volte inferiori a quanto denunciato), da ‘spalmare’ sui dieci concessionari. Dunque – seconda fake news smontata – i quasi 90 miliardi iniziali non sono mai stati evasi, in quanto sanzioni così elevate innanzitutto sarebbero state sproporzionate rispetto al mercato e alla raccolta degli apparecchi, inoltre la cifra contestata è di gran lunga più bassa. Morale della favola, i 98 miliardi di euro non sono mai stati comminati come sanzione a nessuna società, né tantomeno sono stati evasi.

Si potrebbero evidenziare altre decine di fake news sul gioco pubblico, settore davvero colpito da una disinformazione che, in alcuni casi, sfiora addirittura il ridicolo per l’inconsistenza delle accuse.  La disinformazione è certamente la minaccia più grande per un settore che ricordiamo dà occupazione a ben 150 mila persone: e questa non è una fake news. cr/AGIMEG