Profitti lordi a 166,6 milioni di sterline nel secondo trimestre 2017, per un totale di 319,8 milioni di sterline nei primi 6 mesi dell’anno. E’ il bilancio di Kindred Group che ha comunicato i dati del secondo trimestre 2017. “Gli investimenti nel marketing fatti nel precedente trimestre hanno dato risultati elevatissimi nei profitti lordi del secondo trimestre che ha segnato un +32% rispetto allo stesso periodo del 2016 – ha sottolineato Henrik Tjärnström, CEO di Kindred Group –. L’EBITDA è cresciuta del +45%, sempre nel corso del secondo trimestre 2017. Il 38% dei profitti lordi del gruppo sono arrivati dai mercati regolati dove operiamo. L’acquisizione di 32Red accelererà significativamente i nostri progressi e redditività nei più importanti mercati regolamenti del mondo. I profitti lordi del canale mobile è cresciuto del +52%, valore che ha toccato il +73% considerando il primo semestre 2017. Fino al 23 luglio 2017 – ha concluso il Ceo di Kindred Group – la media giornaliera dei profitti lordi era del 20% più alta rispetto allo stesso periodo del 2016”. Nel dettaglio, il profitto lordo dalle scommesse sportive è cresciuto, nel secondo trimestre 2017, del +30%, passando da 56,2 milioni di sterline del 2016 agli attuali 73,2 milioni. Stesso incremento anche per i giochi da casinò (da 64,7 milioni ad 84,3), mentre il poker è cresciuto del + 50% (da 2,6 milioni a 3,9) e gli altri giochi del +68% (da 3,1 a 5,2). Le scommesse sportive rappresentano il 44% dell’intero portafoglio giochi del gruppo, mentre i casinò online il 51%. Anche se i mercati dell’Europa occidentale sono quelli più importanti per le scommesse sportive Kindred Group, con profitti lordi per 44,8 milioni di sterline, quelli dell’Europa centrale, orientale e del sud hanno registrato l’incremento maggiore, passando da 4,2 milioni di sterline del secondo trimestre 2016 ai 5,9 del secondo ed una crescita del +40%. L’intero portafoglio giochi invece è cresciuto del +26% nei paesi del nord Europa, del 41% in quelli dell’Europa occidentale, del 6% in quelli dell’orientale, centrale e del sud e del 46% nel resto del mondo. es/AGIMEG