Il fondatore dell’Osservatorio giuridico sul gioco, uno dei pochi politici che si è occupato di giochi, cercando di fare chiarezza nel settore. Si tratta del senatore Riccardo Petrizzi, intervenuto alla tavola rotonda “La realtà del gioco lecito in Italia” che si sta svolgendo a Salerno. “Riprendo l’intervento di Fanelli che condivido pienamente, precisando alcune cifre. Le vincite sono l’80% del giocato. I dati del 2014 danno vincite per circa 67 miliardi sugli 84 miliardi giocati. Il settore ha dato un gettito allo Stato di circa 8 miliardi nel 2014. Un settore da oltre 100 mila operatori e 6.600 imprese. Ma da 10 anni a questa parte c’è un vuoto che consente la criminalità. Abbiamo un legislazione farraginosa, complessa e che si modifica continuamente. Il testo unico che si doveva fare non è nemmeno in programma. C’è invece un preoccupante sovrapporsi delle competenze. Tra stato, regioni e comuni c’è quasi una gara di protezionismo. C’è una sovrapposizione tra i ministeri: dell’interno, dell’economia e della salute. Non si sa chi deve fare cosa. C’è un’incompatibilità nelle regole di funzionamento degli apparecchi. Il sistema di Sogei è incompatibile con i sistemi internazionali, quindi i nostri produttori non riescono a vendere apparecchi all’estero. Le cose si stavano mettendo bene con i decreti delegati e Baretta aveva presentato un prodotto accettabile che è stato abbandonato e non presentato. Il gettito rischia molto se continuano le interferenze della Corte dei Conti, del Consiglio di Stato, dei Tar che intervengono addirittura sulla formulazione dei bandi. Il sistema concessorio italiano è un sistema che funziona, invidiabile, che riesce a conciliare controllo con libertà di impresa. Dovremmo dare delle certezze legislative e regolamentari anche agli investitori stranieri che possono entrare in Italia per investire. Mentre la legislazione rimane complicata. Perché quindi un osservatorio giuridico? L’obiettivo – ha concluso il senatore Pedrizzi – è quello di mettere ordine nella legislazione. E non è sovrapposizione con l’Osservatorio internazionale sul gioco che è sociologico e storico, anzi dovremmo creare sinergie per essere interlocutori delle istituzioni. Così si può fare un buon lavoro”.