Un aumento delle pene massime previste per il reato di raccolta abusiva di scommesse. Razionalizzare e semplificare il panorama normativo italiano, tenendo conto delle diverse fattispecie di reato che la rete parallela dell’offerta illegale esprime, considerando anche la possibilità di prevedere una nuova fattispecie di reato ad hoc per quanto riguarda l’installazione dei cosiddetti totem. Recepire all’interno dell’ordinamento le prescrizioni provenienti dalla Corte di Giustizia Europea in materia di affidamento delle concessioni. Chiarire i termini in cui gli agenti di pubblica sicurezza possono procedere alla chiusura in via amministrativa dei punti di raccolta gioco illegali, che non ottemperano all’ordine di cessare le attività. Ma anche maggiori controlli in relazione alle procedure di emersione della rete parallela previste nelle ultime due leggi di stabilità, con riferimento al mancato collegamento con Sogei di molti punti vendita ammessi alla sanatoria. Sono queste le indicazioni per il contrasto al gioco illegale illustrate oggi da Massimo Passamonti, presidente di Sistema Gioco Italia, la Federazione di filiera dell’industria del gioco e dell’intrattenimento aderente a Confindustria, nel corso dell’audizione al Comitato ristretto sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel gioco lecito e illecito della commissione parlamentare Antimafia. “I fenomeni illeciti – ha detto Passamonti – possono essere principalmente ricondotti, specie per quanto riguarda le scommesse, alla mancanza di deterrenza della sanzione penale, con una pena che va da un minimo di sei mesi ad un massimo di tre anni di reclusione; alle criticità della vigente normativa nazionale per la disciplina delle gare di appalto per l’assegnazione delle concessioni, oggetto di molteplici interventi da parte della Corte di Giustizia Europea; e alla mancata interruzione dell’attività illecita di betting in via amministrativa, nonostante i sequestri eseguiti dalle Forze dell’Ordine e le denunce all’autorità giudiziaria”. Per questi motivi, ha spiegato Passamonti “l’innalzamento della pena massima ad almeno 6 anni, che consentirebbe l’arresto cautelare e l’utilizzo delle intercettazioni, andrebbe a rafforzare gli strumenti investigativi rispetto al reato di raccolta abusiva di scommesse, oltre ad esercitare un indubbio effetto deterrente rispetto ai soggetti arruolati quali gestori degli esercizi di raccolta”. In merito al sistema delle concessioni “il quadro giuridico di riferimento è caratterizzato da una astratta compatibilità con i principi europei del sistema regolatorio fondato sulle concessioni e dalla pressoché non punibilità di chi opera al di fuori di tale sistema concessiorio. Di fatto, per la raccolta legale delle scommesse occorrono concessione e licenza di pubblica sicurezza, ma chi opera senza questi titoli non incorre né in sanzioni penale né nell’interruzione dell’attività. Il bando di gara per l’assegnazione delle concessioni quindi, di cui si occupa la Legge di Stabilità 2016, dovrà rispettare i principi europei, così come interpretati dalla stessa Corte di Giustizia Europea”. Nell’ambito dell’auspicata razionalizzazione e semplificazione della normativa, il presidente di Sistema Gioco Italia ha sottolineato la necessità di tener conto delle specifiche fattispecie di reato che il mercato illegale esprime. Con l’ipotesi di introdurre fattispecie quali l’intermediazione per conto di operatori privi di titoli abilitativi richiesti dall’ordinamento italiano; l’intermediazione per conto di operatori titolari di concessione italiana per la racconta on line di giochi e scommesse; l’installazione e l’uso all’interno di esercizi pubblici di apparecchiature connesse alla rete telematica che consentono l’accesso a piattaforme di gioco non autorizzate. “Ma al di là di tali proposte – ha sottolineato Passamonti – è opportuno concentrarsi anche sull’assenza di strumenti che garantiscano l’interruzione dell’attività illecita in via amministrativa. E’ auspicabile che Il ministero degli Interni chiarisca i termini in cui gli agenti di pubblica sicurezza possono procedere alla chiusura dei locali che violano le prescrizioni di legge e non danno seguito all’ordine di cessazione delle attività”. Il contrasto al gioco illecito è un tema che da sempre vede un impegno diretto di Sistema Gioco Italia “che già nel 2013 – ha ricordato Passamonti – ha presentato un progetto per la lettura delle movimentazioni dei ticket per il gioco nel caso delle VLT e che nel 2014 si è costituita parte civile nel processo Black Monkey presso il Tribunale Penale di Bologna”, una delle vicende giudiziarie più importanti in materia di gioco illegale e lotta alle infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore. Da un punto di vista più generale, il Presidente di Sistema Gioco Italia ha fatto notare che “lo sviluppo del mercato illegale si registra principalmente in quei territori interessati da provvedimenti espulsivi e di natura proibizionista emanati da numerosi enti locali con il giusto obiettivo di contrastare i fenomeni patologici, ma basati su principi come quello dei luoghi sensibili, non verificati da studi o evidenze scientifiche”. “Quella illegale – ha concluso – è una vera e propria offerta parallela che arreca danni allo Stato sotto il profilo erariale, è disinteressata ai principi di tutela del giocatore, svincolata, specie per quanto riguarda le scommesse, dal palinsesto definito e gestito dall’amministrazione dei Monopoli, e capace di determinare un regime di concorrenza sleale e offrire un canale privilegiato ai fenomeni di match-fixing”. dar/AGIMEG