“Esiste un nesso diretto tra politiche restrittive-proibizioniste e aumento della criminalità ed illegalità in Alto Adige. Infatti, la politica dell’Assessore Stocker che va a criminalizzare il settore legale, non solo non ha vietato i Totem, in parte eliminati grazie al lavoro delle Forze dell’Ordine, ma ha permesso che ritornassero le slot machine negli esercizi pubblici. La presenza delle slot machine nei bar di Bolzano viola la legge, soprattutto quella provinciale e le regolamentazioni comunali in un momento di caos normativo generale e disastroso. Tutto questo perchè la Provincia non è in grado di fronteggiare e governare un fenomeno che per natura non può essere vietato, ma che va regolamentato con ragionevolezza e un minino di competenza e visione”. E’ quanto rende noto il presidente dell’associazione ‘LaSentinella’, Luigi Nevola. “L’Avvocato Geronimo Cardia con la teoria legale “dell’effetto espulsivo” del gioco legale ha provato, e il TAR gli ha dato ragione, che non è possibile vietare il gioco lecito su un intero territorio. Principio giusto anche sul piano politico. Proprio il TAR ha pertanto annullato una parte della normativa provinciale, la Provincia che non ha reagito provvedendo a promuovere una proposta normativa più ragionevole e corretta ha di conseguenza lasciato un vuoto normativo che sfocia ora nel caos generale. Ad oggi, solo la GdF è intervenuta andando a sequestrare alcuni totem nella nostra città, ma ormai tra questi dispositivi irregolari e il ritorno delle slot machine nei bar dei quartieri più popolari, possiamo affermare che Bolzano abbia raggiunto un secondo primato: la città con più dispositivi di gioco illecito, città più proibizionista d’Italia e ora anche maggiormente caotica sul piano normativo”, prosegue la nota. “Oggi ricordiamo che più irregolarità significa più criminalità organizzata e che purtroppo la responsabilità di tutto questo è della scarsa lungimiranza della Provincia autonoma e dei suoi vertici politici. Chiediamo alla Provincia una legge seria, legittima e che tuteli tutte le parti coinvolte”. cdn/AGIMEG