“Nel settembre del 2013, la società “SISTEMA srl” ha presentato alla questura di Milano una richiesta di rilascio della licenza per la raccolta delle scommesse sportive e ippiche nel negozio di gioco sito nel capoluogo lombardo in corso Vercelli. In merito al rilascio di questo tipo di licenza il Ministero dell’interno ha diramato due direttive, richiamando quanto affermato dalla Corte costituzionale con sentenza n. 300 del 2011. Nel delineare il quadro delle fonti normative in materia di sale da gioco, tale sentenza ha distinto i profili di ordine e sicurezza pubblica, che attengono alla competenza statale, da quelli legati al contrasto delle ludopatie, alla tutela dei minori e del decoro urbano, nonché alla gestione del territorio, affidati, invece, alla competenza degli enti territoriali. Pertanto, nel settore si determina un concorso di interessi pubblici di pari rilievo, con la conseguenza che il regime normativo della pubblica sicurezza convive con disposizioni di legge regionali o regolamentazioni comunali inerenti a profili che, sebbene diversi da quelli riferibili al rilascio della licenza di polizia, possono comunque prevedere limiti e preclusioni all’apertura di sale da gioco, sale bingo e videolottery”. Lo ha detto ieri il viceministro agli Interni Bubbico, rispondendo all’interrogazione della senatrice Ricchiuti e altri (PD) in commissione Affari Costituzionali, con la quale si richiamava l’attenzione del Ministro dell’interno sul problema dell’apertura della sala per scommesse e giochi in corso Vercelli a Milano, chiedendo notizie in merito all’operato della prefettura e ad eventuali iniziative legislative sulle autorizzazioni all’avvio di tale tipo di attività. L’interrogazione era stata presentata a marzo 2014. “Il Ministero dell’interno, con le predette direttive, ha evidenziato che la valutazione del questore ai fini del rilascio della licenza deve rimanere circoscritta alla tutela dei profili legati all’ordine e alla sicurezza pubblica e, dunque, alla verifica della sussistenza dei requisiti oggettivi (sorvegliabilità dei locali, presenza di sistemi di sicurezza passiva, videosorveglianza) e soggettivi previsti per il richiedente dal testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. Il rilascio del titolo di polizia, pertanto, – ha spiegato Bubbico – non consente di superare le limitazioni e i divieti legislativi e regolamentari posti all’apertura e all’esercizio delle attività di scommessa e gioco, ai fini della tutela di altri interessi pubblici. Con riferimento allo specifico caso evidenziato dagli interroganti, la questura, ritenuti sussistenti i requisiti di legge, ha rilasciato il 13 gennaio 2014 la licenza, ai sensi dell’articolo 88 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, tra l’altro ben oltre il termine di 60 giorni stabilito dalla normativa vigente, ciò proprio al fine di valutare adeguatamente tutti gli elementi forniti dalle parti in causa. La licenza è stata rilasciata prima dell’applicabilità della deliberazione n. 1274 del 24 gennaio 2014, relativa all’individuazione della distanza minima di 500 metri dai luoghi sensibili per la collocazione di nuovi apparecchi per il gioco, adottata dalla giunta regionale della Lombardia in attuazione della legge regionale n. 8 del 2013, in tema di prevenzione e trattamento delle ludopatie. Iltitolo autorizzatorio rilasciato – precisa – richiama espressamente le disposizioni di legge contenenti le misure di prevenzione delle ludopatie, facendo salve le limitazioni imposte dalla legge regionale o dal regolamento comunale. In merito agli adempimenti inerenti alla certificazione antimafia, ricorda che l’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato ha istituito l’elenco dei soggetti operanti nel settore degli apparecchi da intrattenimento. L’iscrizione a tale elenco, che è obbligatoria ai fini dello svolgimento dell’attività, è disposta dagli Uffici regionali dei Monopoli di Stato, previa verifica della sussistenza della certificazione antimafia, che, nel caso in esame, risulta essere stata rilasciata dalla prefettura di Milano il 10 aprile 2014. In merito alla vicenda segnalata dagli interroganti è tuttora in corso un contenzioso amministrativo, che vede coinvolta la società UNINVEST spa, proprietaria e locatrice dei locali destinati ad ospitare l’attività di raccolta scommesse. In particolare, il TAR Lombardia, con sentenza del 23 ottobre scorso, ha accolto il ricorso della UNINVEST avverso l’ordinanza del sindaco di Milano del 7 febbraio 2014, con cui era stata disposta la sospensione dell’attività di raccolta scommesse e gioco in questione, e in tale ambito ha riconosciuto la piena legittimità della licenza rilasciata dal questore. Avverso la sentenza del TAR, comunque, il Comune di Milano ha presentato ricorso in appello al Consiglio di Stato, che è tuttora pendente”. A prescindere dal caso specifico della sala scommesse e giochi di corso Vercelli, Bubbico ha ritenuto opportuno segnalare “una significativa iniziativa più generale in tema di prevenzione e contenimento del fenomeno delle ludopatie. Presso la prefettura di Milano, infatti, è stato istituito un tavolo interistituzionale coordinato dal prefetto e composto dagli assessori competenti per materia della Regione Lombardia e del Comune di Milano, dal presidente dell’ANCI Lombardia e dal questore. Il tavolo si è occupato di alcune difficoltà applicative poste dalla legge regionale n. 8 del 2013 e dalla deliberazione della giunta regionale n. 1274 del 2014, con specifico riferimento alle disposizioni relative alla distanza minima dai luoghi sensibili che occorre rispettare per l’apertura di sale scommesse e la collocazione di nuovi apparecchi per il gioco. In proposito, sono state individuate alcune misure amministrative, vagliate positivamente dall’Avvocatura generale dello Stato, oltre che dal Ministero dell’interno, volte a creare le opportune sinergie tra i procedimenti per il rilascio dell’autorizzazione di polizia di cui all’articolo 88 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza e i connessi procedimenti di competenza regionale”. Il viceministro ha concluso assicurando che il tavolo interistituzionale “proseguirà i lavori nell’ambito della lotta al fenomeno delle ludopatie e, a tal fine, è stato allargato di recente alla partecipazione dell’Azienda autonoma dei monopoli di Stato”. La senatrice Ricchiuti (PD) ha ringraziato il Vice Ministro per la risposta,”che tuttavia appare tardiva, essendo ormai trascorso circa un anno dall’apertura della sala giochi” e si è dichiarata, pertanto, “parzialmente soddisfatta” valutando comunque, “positivamente l’apertura di un tavolo interistituzionale fra tutti i soggetti competenti nel procedimento per il rilascio dell’autorizzazione per l’apertura delle sale da gioco. In tal modo, infatti, si potrebbe realizzare un confronto fra le parti interessate, al fine di contemperare i diversi interessi coinvolti”. La Ricchiuti ha infine invitato il Governo “a favorire la diffusione di questa prassi virtuosa”. im/AGIMEG