E’ una intervista dura ma dettagliata, profonda ma a tratti anche leggera, quella rilasciata da Giovanni Garrisi, il numero uno di Stanleybet, al direttore di Agimeg Fabio Felici. Domande anche scomode, ma che hanno trovato tutte sponda (ad eccezione di quando si è trattato di parlare di numeri) da parte di Garrisi, che hanno spaziato dalla prossima gara per le concessioni di scommesse a quella per il gioco del Lotto, dalla recente sentenza della CGE allo scontro con lo stato italiano, passando per una storia di battaglie e contenziosi che hanno lasciato ferite nel sistema italiano. E’ un Garrisi pubblico e privato e che rappresenta una Stanleybet impegnata su molti fronti. Una intervista particolare, come poche volte il numero uno di Stanlebet ha rilasciato e che certamente farà discutere.
Sulla recente sentenza della CGE ci sono pareri contrastanti. Ma chi ha effettivamente vinto e chi ha perso?
E’ il classico caso in cui tutti possono dire: “Abbiamo vinto!” La Stanley ha visto confermare la sua impostazione che la gara Monti conteneva clausole escludenti. Ma lo Stato puo’ trarre un sospiro di sollievo e, come ha autorevolmente notato l’Avvocato Fiorentino, può ben dire che il sistema Concessorio non viene messo in discussione. La Stanley non può che condividere questa conclusione ed aggiunge con sollievo che ne risulta confermata la sua volontà di parteciparvi in occasione della prossima gara.
Stanley ha annunciato di voler partecipare alla gara per le nuove concessioni per le scommesse, puntando al massimo dei diritti possibili. Conferma la vostra partecipazione che molti mettono in dubbio perché pensano che alla fine troverete un cavillo al quale appellarvi per non partecipare ? Parteciperete da soli o con qualche partner e che stanziamento avete previsto per la gara?
Pensano o sperano? Perché la Stanley sara un competitor autorevole e temibile per tutti. ‘Esperti del settore’ e qualche operatore, che si sono sempre lamentati perché Stanley non ha mai partecipato alle gare precedenti stanno ora scendendo in campo lamentandosi perché sembra proprio che questa volta parteciperà. Non c’e’ modo di contentarli! Riguardo al famoso ‘cavillo’ io credo proprio che le Autorità Italiane sono più che felici di favorire la partecipazione di Stanley e si impegneranno a fondo per una normativa di gara che sia immune da profili di violazione del diritto. Anche perché noi siamo pronti a collaborare con le autorità se ci verrà richiesto. E’ necessario l’impegno di tutti per ottenere che il rinnovato sistema Concessorio non possa dare il fianco a profili che giustificherebbero l’esistenza di una rete parallela. Questa e’ una condizione irrinunciabile. Non sarebbe possibile per nessuno partecipare ad una procedura di gara dove appare evidente che continuerà ad esistere una rete parallela. Non vedo come potrebbe essere possibile per noi ma penso che anche gli attuali concessionari, che ormai hanno imparato la lezione, avranno sul punto un atteggiamento irremovibile. Parteciperemo da soli e con i nostri migliori CTD e le dimensioni della nostra partecipazione saranno note dopo l’apertura delle buste.
Ma lei crede che la gara si farà oppure, come pensano molti, verrà posticipata? Lei consiglierebbe alle aziende che operano on Italia senza concessione di aderire alla Sanatoria? Come ha giudicato l’adesione, alla precedente sanatoria, di grandi gruppi come Goldebt, Planetwin e Betaland?
La gara si farà, dopo che sarà stato chiarito quali sono le regole da rispettare, in relazione alla collocazione dei punti vendita. Noi consiglieremmo a qualsiasi azienda che abbia violato la normativa fiscale di partecipare alla sanatoria. Chi è colpevole ha il dovere di cercare il perdono dello Stato e di approfittarne quando viene concesso. Consiglieremmo a qualsiasi azienda che, come la Stanley, non abbia violato la normativa fiscale, di non partecipare alla sanatoria. Non bisogna cedere a pretese ingiuste solo per amor di pace. Chi e’ innocente ha il dovere di non cedere ai soprusi. Nessun patteggiamento e nessun compromesso sui propri diritti: dovrebbe essere la regola numero 1 di tutti gli italiani, non solo nel settore del gioco.
Stanley ha presentato ricorso per la gara del Lotto. Ma parteciperete alla gara prevista tra un mese e mezzo? Se si, parteciperete da soli o con qualche partner?
Si tratta di una normale scommessa a quota fissa che potrebbe essere affidata al circuito dei Concessionari anziché, non si sa più perché, ad un unico operatore. La Stanley pensa che il monopolio della gestione del gioco non sia più legittimo. Abbiamo richiesto da anni ad ADM che fosse consentita l’offerta del gioco del lotto anche nei normali CTD della Stanley. Ma ci e’ sempre stato negato. Abbiamo quindi avviato una azione di contrasto al bando che si svolge, al momento, solo per la via amministrativa. Contemporaneamente sono in corso colloqui con un credibile operatore internazionale di lotterie. Una decisione finale riguardo alla partecipazione non e’ ancora stata presa. Anche perché l’insegnamento della gara del 2000 deve far riflettere. I 1000 concessionari vincitori, si svenarono predisponendo negozi di grande metratura e offrendo minimi garantiti irrealistici. Perché? Perché credevano di avere l’esclusiva. Ma non la avevano. Perché il CONI, il regolatore di allora, aveva sottovalutato le conseguenze di escludere dalla gara un operatore come Stanley. E nacque una rete parallela che oggi e’ ormai riconosciuta legittima dalla magistratura giudicante. Chiunque abbia in mente di partecipare alla gara del Lotto dovrebbe riflettere che, 15 anni dopo, si rivede, sul lotto, lo stesso paesaggio. La Stanley ha già chiesto da anni che i suoi CTD possano offrire anche il lotto italiano. Ma AAMS lo ha sempre negato in applicazione di leggi che, a parere Stanley, violano il diritto dell’Unione. Ora si fa una gara con una offerta base di 700 milioni. Bene! Siamo sicuri che si tratta di un’esclusiva? La Stanley è convinta di poter dimostrare in 24/36 mesi da oggi, rivolgendosi alla Commissione Europea e, in via incidentale, alla Corte di Giustizia, che lo Stato non ha più il diritto di conservare e mantenere questo monopolio. Chi e’ che ha il coraggio di partecipare ad una gara che costa oggi minimo 700 milioni in uno scenario in cui potrebbe non avere più l’esclusiva, e nel contempo nessuna speranza di riavere indietro i 700 o più milioni spesi per vincerla? Se poi la Stanley riuscisse a rimettere in discussione la sentenza che in seguito ad un singolare arbitrato ha assegnato a Lottomatica 4 anni in più di gestione del gioco, il nuovo (o vecchio) vincitore della gara si troverebbe al collasso molto prima dei 24 mesi. Vedremo presto se ancora una volta, escludere Stanley da una legittima richiesta, sarà stata una buona idea. Proponiamo al legislatore prima che diventi diretto responsabile di un disastro annunciato, di passare il lotto italiano, attraverso il palinsesto complementare, nella disponibilità dell’attuale circuito legale dei Concessionari. In tal modo sarebbe ben presto accessibile dopo l’avvenuta partecipazione alla gara per le scommesse, anche alla rete Stanley.
Molti pensano che le vostre sfide al sistema, come nel caso del lotto, siano pretestuose per poter creare una situazione di incertezza nel quale continuare a muovervi liberamente oppure per una sorta di voto di scambio tipo ” io non ti attacco più se tu mi lasci in pace”.
La Stanley ha chiesto di partecipare alla raccolta del gioco del lotto già da molti anni. Dopo l’arbitrato che inspiegabilmente assegnò a Lottomatica 4 anni in più di gestione, siamo stati ad adiuvandum dell’amministrazione sia in appello contro l’arbitrato, sia nel successivo ricorso per cassazione avverso la decisione della Corte di appello. Non si può quindi certo dire che le nostre richieste siano pretestuose. Abbiamo sempre chiesto, e ci e’ sempre stato negato, di poter partecipare alla raccolta del gioco del lotto. La Stanley non ‘attacca’. La Stanley chiede il rispetto della legge in relazione a ciò che la riguarda. E, se non viene rispettata, reagisce a 360 gradi: ripristino della legalità ma anche risarcimento del danno e punizione dei responsabili.
Stanley viene da anni di battaglie, con tante vittorie e qualche sconfitta, contro il sistema italiano del gioco. Non crede sia ora di deporre l’ascia di guerra, facendo tutti un passo indietro per trovare una soluzione? L’annuncio della vostra partecipazione alla gara sembra voler andare in questo senso.
Si, ma non si tratta di un atto di buonismo. Partecipiamo alla gara perché è nostro diritto. ‘Deporre l’ascia di guerra’? Credo che ci sia un equivoco: quando mai pretendere il rispetto della legalità può essere considerato un atto di guerra? In fondo abbiamo sempre avuto ragione con ben 5 sentenze della Corte di Giustizia sostanzialmente a nostro favore. E l’unica dubbia e’ quando la Corte ha evitato di rispondere al quesito del Consiglio di Stato sul carattere rimediale della gara Monti. Era veramente contro di noi? Ed io resto convinto che il problema più grande della gara Monti, oltre a quello di cui alla sentenza della scorsa settimana della Corte Europea, sia quello di non essere stata una gara rimediale, come doveva invece essere, delle discriminazioni subite da Stanley nei precedenti 12 anni. Ma alla fine il vero problema è che le autorità non hanno capito, dopo la sentenza Costa Cifone, che bisognava parlare, subito, con Stanley per risolvere definitivamente il contenzioso. Poi tutto si e’ complicato.
In passato avete avviato più volte trattative con i Monopoli, ma tutte si sono per diversi motivi arenate. Oggi ci sono nuove trattative in corso oppure “ognuno per la sua strada”?
Oggi la situazione e’ molto compromessa. Le passate trattative non hanno portato a nulla di fatto perché il precedente direttore Magistro mentre trattava con me a mia insaputa deponeva come teste presso la Procura di Roma o presso la Guardia di Finanza in un procedimento ove si volevano chiudere i CTD o bloccare la società. E diversi successivi tentativi genuini, da parte nostra, di risolvere i problemi, hanno avuto esiti conflittuali, non dipendenti dalla nostra volontà, che hanno portato anche a svariati procedimenti penali, non proposti ne iniziati da me o da noi. Ho piena fiducia nella magistratura giudicante e sono certo di poter dimostrare che si tratta di ipotesi infondate. Purtroppo i tempi della giustizia non sono brevi. E stato molto poco saggio pensare che dalla instaurazione di procedimenti penali a ripetizione contro di noi potesse seguire un nostro ammorbidimento delle istanze di pretesa di rispetto della legalità. Prima o poi avremo la possibilità di capire, parlare e chiarire, nelle sedi competenti, il perché di tutto ciò e come si sono svolti i fatti.
Circolano voci che Stanley abbia già un acquirente al quale voi cedereste la rete una volta risolte la questione con il sistema italiano. E così? Ma oggi quanto vale realisticamente Stanley?
No. E’ intenzione del board della Stanley, dopo l’entrata nel sistema concessorio, di proporre la quotazione della compagnia al primo mercato della borsa di Londra, dove era nell’estate del 1996 quando per la prima volta mi sono recato a Liverpool per l’incontro, che avrebbe cambiato la storia della mia vita, con il CEO di allora, Mike Kershow, proponendo l’espansione della compagnia in Europa. Le voci di una cessione della compagnia, totale o parziale, prima o dopo la gara, sono del tutto prive di fondamento. La compagnia è presente in molti paesi, in totale espansione e mira a diventare il più grande operatore europeo.
Il 2016 sarà un anno “storico” con la fine del sistema dei ctd, con un mercato interamente regolato e senza “doppio binario”, oppure sarà l’ennesima stagione delle occasioni perse?
Mi piacerebbe che tutto ciò dipendesse da me. Io saprei come guidare il sistema verso una gara che non può più essere messa in discussione. Io saprei come spiegare al mercato che questa volta sarebbe una esclusiva. Sono convinto che il mercato mi crederebbe. E tutti parteciperebbero alla gara ad armi pari e pari dignità. E allora la rete parallela sarebbe solo un ricordo. Ma, naturalmente tutto ciò non dipende da me. Però sono ottimista. Io credo genuinamente che anche in ADM si saranno stufati di queste guerre che non conducono a nulla di buono per nessuno.
Lei ha una storia quasi trentennale nel mondo del gioco. Ma Giovanni Garrisi che farà da grande?
Certamente si occuperà di numeri. E’ appena avvenuta la scoperta del più grande numero “primo” oggi conosciuto. Se si inizia a scriverlo bisogna avere un blocco notes molto grande perché è composto da oltre 22 milioni di cifre. Appartiene alla categoria dei cosiddetti numeri di Mersenne.La struttura dei numeri primi è ancora un problema aperto (ipotesi di Riemann) a cui sto lavorando da molti anni. E poi, Giovanni Garrisi si occuperà del proprio paese, l’Italia, della sua economia, della sua giustizia, dei suoi cittadini. Della sua bellezza, che non ha eguali nel mondo. E il mio cuore gioisce quando dal lontano nord dell’Inghilterra vedo che, sia pur con tante difficoltà, il nostro Paese e’ finalmente avviato sulla via delle riforme.