Giochi, esercente tiene tabella giochi proibiti nell’armadietto. La Cassazione lo condanna: “Cartello va sempre esposto”

La settima sezione penale della Corte di Cassazione ha dichiarato “inammissibile” il ricorso di un esercente di Benevento, condannato dal Tribunale per omessa esposizione, nel proprio bar, della tabella recante l’indicazione dei giochi proibiti. Il ricorrente ha cercato di giustificarsi spiegando che il cartello era stato momentaneamente rimosso per l’esecuzione di lavori di ristrutturazione, ma i giudici hanno ricordato che “a seguito di sopralluogo la polizia giudiziaria aveva constatato che la tabella non era stata esposta ed era detenuta all’interno di un armadietto ove, secondo l’imputato, era stata provvisoriamente collocata a seguito di lavori di ristrutturazione del locale; tesi ritenuta non credibile dal Tribunale sul rilievo che sulle pareti del locale stesso erano invece affissi quadri e stampe”. Dunque, la più completa ricostruzione della vicenda proposta dal ricorrente si fonda su “inammissibili deduzioni in fatto volte a giustificare la condotta e a dimostrare l’assenza dell’intenzione di violare la norma, seguendo un canovaccio difensivo decisamente più acconcio al mezzo di impugnazione prescelto e che si ispira ad una non corretta interpretazione della norma incriminatrice la cui sussistenza è punita anche a titolo di colpa, a prescindere dall’eventualmente intenzione dell’autore”. dar/AGIMEG