Giochi: Delega fiscale, Governo al lavoro su pubblicità e riforma dell’ippica

Ore cruciali per il settore dei giochi, si rincorrono le voci sui contenuti sulle ultime modifiche che i tecnici del Ministero dell’Economia stanno apportando al decreto delegato che riordinerà il settore, prima di sottoporlo al Consiglio dei Ministri. Tra le scelte che si stanno soppesando in queste ore, quella di stralciare dal testo la riforma dell’ippica – le bozze finora circolare prevedevano la creazione di un soggetto, la Lega Ippica, che avrebbe gestito le attività produttive – per poi farlo confluire in un provvedimento dedicato. Palazzo Chigi e Mef inoltre stanno valutando di porre il divieto totale di pubblicità sui giochi – con l’unica eccezione delle sponsorizzazioni e delle attività in favore delle iniziative di beneficenza – una restrizione che non piace nemmeno ai colossi dell’informazione. La pubblicità su scommesse e lotterie rappresenta un giro d’affari di un centinaio di milioni l’anno, lo stop oltretutto entrerebbe in vigore già nel 2016, anno in cui si disputeranno gli Europei di Calcio e le Olimpiadi. Secondo le ultime indiscrezioni di stampa, infine, il decreto è a rischio anche a causa delle norme che ribadiscono la riserva statale sulla regolamentazione dei giochi. Il Governo sta valutando infatti se affidare alla Conferenza Stato-Città e al Parlamento – che si dovrebbe mettere all’opera già questa estate – il compito di risolvere il conflitto tra le leggi nazionali e quelle regionali che impongono ai punti di gioco di rispettare orari restrittivi e distanze minime da scuole, chiese e altri luoghi sensibili. Questo meccanismo – al contrario di quello finora previsto in bozza – sembra aprire a una soluzione più favorevole agli enti locali, e rafforzare di conseguenza la situazione di incertezza in cui versa il settore. Ma il Governo deve anche tenere conto che nel 2016 si terranno tre gare – bingo, lotto e scommesse – e che diversi operatori già hanno ventilato l’ipotesi di intentare una causa per ottenere un risarcimento, visto che non è stato possibile mettere a frutto gli investimenti effettuati. lp/AGIMEG