La mancanza di una normativa comune a regolamentare la distribuzione delle sale sul territorio nazionale accende il dibattito politico a Verona e l’imminente apertura di un nuovo locale con videolottery in Borgo Trento sposta l’attenzione sulle amministrative comunali per il 2017, toccando tutti i partiti e i movimenti. «La legislazione nazionale non pone sufficienti limiti alla proliferazione di sale slot – sottolinea il senatore della Lega Nord, Paolo Tosato – ma nelle sedi parlamentari giacciono numerose proposte di legge sull’argomento che non sono al centro dell’agenda del governo. Anche la Lega ha presentato una proposta di legge alla Camera molto articolata, che pone limiti e restrizioni molto severe. Esistono poi amministrazioni comunali che con propri regolamenti ostacolano l’apertura di tali sale e altre che non lo fanno. Il Comune di Verona può e deve dotarsi di un regolamento adeguato». Orietta Salemi, consigliere regionale del Pd, sposta il tema sulla Regione, «che da poco ha una sua legge, sulla materia. Siamo in attesa dei decreti attuativi da parte della Giunta». Michele Croce, candidato sindaco di Verona Pulita, parla di «ipocrisia: perché se la sala slot è in un quartiere lontano va bene, ma se è sotto casa ci si scandalizza? Per le scommesse sportive, anche on line, nessuno protesta, mentre per le slot sì. La legge conferisce ai sindaci il potere di regolamentare, limitare, escludere pubblico. Solo che ci sono sindaci responsabili che lo fanno, di concerto con il questore, e altri che se ne fregano, come quello di Verona». dar/AGIMEG