“Sono qui per rappresentare la grande difficoltà in cui anche il gioco pubblico si trova in questo periodo. I problemi strutturali del settore sono stati aggravati dalla crisi pandemica da Covid-19”. Lo ha dichiarato in Audizione al Senato – Commissioni riunite 5a (Bilancio) e 6a (Finanze) – Geronimo Cardia, presidente di Acadi-Confcommercio. “In tempi pre-Covid il gettito erariale che proviene dal comparto del gioco pubblico equivaleva a 10 miliardi di euro e sottolineo, che per come è strutturata la convenzione di concessione, la remunerazione per gli operatori si attesta sugli 8 miliardi di euro che equivale alla differenza tra la spesa dei giocatori (18 miliardi di euro) e le tasse versate allo Stato. Le chiusure causate dal Covid-19 hanno dimezzato i volumi di raccolta e di conseguenza ci sarà un netto calo di gettito erariale. Le nostre previsioni – prosegue Cardia – segnalano che le entrate per lo stato saranno ridotte a soli 5 miliardi di euro. Di fronte a questo contesto complicato, siamo stati i primi a subire le limitazione e siamo stati tra gli ultimi ad avere gli allentamenti sulla nostra attività. Tutto ciò è avvenuto nonostante i nostri ambienti rispettino a pieno tutti i protocolli di sicurezza e sono ben superiori rispetto ad altri settori. Siamo fortemente preoccupati poiché dopo aver imposto la chiusura, il Governo ha ignorato due importanti codici Ateco del settore e siamo costretti a chiedere a gran voce il loro inserimento nei ristori. Chiediamo anche che ci sia la possibilità di rateizzare i versamenti e i prelievi che sono previsti per il comparto del gioco pubblico relativi al periodo contabile appena concluso. Abbiamo inoltrato una richiesta di sterilizzazione dei versamenti del Preu previsti per il gennaio 2021, poiché con delle norme attuate prima della pandemia era stato imposto un ulteriore aumento di tassazione che sarebbe insostenibile a fronte della crisi che il settore sta vivendo. Sostanzialmente – conclude Cardia -, sollecitiamo ad un ritorno del livello di tassazione previsto nel 2019. Il gioco pubblico è caratterizzato da diverse verticali distributive che sono regolati da convenzioni di concessione differenti. Alcune di esse sono in proroga. Nello specifico si tratta di quelle del bingo e delle scommesse. Ciò sta accadendo poiché il Regolatore si è accorto che non è possibile portare a gara i nuovi soggetti per le note problematiche relative al territorio create da alcune norme come quella del distanziometro che, in alcuni casi, impedisce l’offerta di gioco pubblico per il 98-99% del territorio”. ac/AGIMEG