“Forse il governo, d’intesa con le Regioni, è riuscito davvero a fare un significativo passo in avanti, nel difficile campo del gioco. Ormai si mirava una impresa impossibile: da diversi anni si attendeva l’accordo sui punti di raccolta, che prevede una stretta su sale da gioco, macchine per giocare e punti vendita”. Sono le parole di Paola Binetti, deputata UDC. “Ma il risultato ottenuto, pur comportando una vistosa, e speriamo reale, riduzione complessiva del gioco non risponde ancora pienamente ai bisogni reali della popolazione a rischio – continua Binetti -. L’emendamento, introdotto alla fine del dibattito, che consente di “prevedere forme maggiori di tutela per la popolazioni” rispetto ai rischi “delle patologie afferenti la dipendenza da gioco d’azzardo”, appare generico, e non va oltre una mera affermazione di principio. Di fatto l’accordo prevede il dimezzamento in 3 anni dei punti gioco, la rottamazione delle macchinette più vecchie, rimpiazzate con altre collegate con i Monopoli di Stato; la possibilità dei Sindaci di decidere le fasce orarie di chiusura, fino a 6 ore consecutive al giorno, imponendo la distanza da luoghi sensibili come scuole e chiese; l’aumento della qualità e della sicurezza dei punti gioco nei quali dovrà essere assicurato un accesso selettivo. Per molte associazioni però il testo non è condivisibile, perché appare ancora eccessivo il guadagno dello Stato”. Conclude: “Continueremo a batterci in Parlamento perché venga approvata quanto prima la legge che invece parte dalla prevenzione e dalla cura della grave dipendenza dal gioco. Serve uno stop netto alla pubblicità, una intensa attività di formazione a casa e nelle scuole, un percorso di accompagnamento fortemente personalizzato per aiutare ad uscire dal tunnel della dipendenza”. cdn/AGIMEG