Giochi, ANCI risponde al Sottosegretario Baretta: “Comuni possono individuare limiti e destinazioni diverse dalla legislazione statale e regionale in ambito territoriale”

“Non può ritenersi che il vuoto normativo sia colmato da regolamenti o circolari volte solo al recupero di gettito erariale. Non si tratta solo di preservare ordine e sicurezza pubblica, ma di tutelare anche altri interessi pubblici primari assegnati all’ente Comune dalla legge, in quanto essi risultino minacciati dalle conseguenze sociali della diffusione e dell’abuso dei giochi, che colpiscono la salute dei consumatori deboli psicologicamente, incidono sulla disciplina ordinata della viabilità, generano inquinamento acustico”. E’ questa la posizione dell’ANCI dopo la battuta a vuoto della Delega fiscale, che tuttavia, come reso noto oggi dal sottosegretario Baretta, conferma la riserva statale sui giochi. L’Associazione Nazionale Comuni Italiani, premettendo che i testi circolanti sono ancora ufficiosi e che nulla si conosce a proposito di quello che sarà l’articolato definitivo – e che quindi ogni giudizio sulle indiscrezioni finora circolanti sarebbe infondato – può solo limitarsi a ribadire che “pare ormai ineludibile una disciplina legislativa che consenta al Comune di: ‪superare il confine di materia della sicurezza urbana, che legittima attualmente solo ordinanze urgenti; ‪presidiare le esigenze di tutela di altri superiori interessi pubblici della collettività locale, quali la salute, la localizzazione degli esercizi pubblici e delle attività commerciali, la mobilità, la tutela ambientale; ‪tutelare i diritti dei soggetti più vulnerabili e preservare da negative implicazioni del gioco, anche se lecito, i soggetti deboli; ‪contrastare efficacemente sul piano sociale e sanitario la ludopatia e i fenomeni di patologia connessi al gioco compulsivo. Si tratta quindi di attribuire potere di disciplina sussidiaria agli enti locali a tutela dei valori posti dagli artt. 118 e 32 della Costituzione, anche in assenza di emergenza o grave pericolo, nonché poteri di vigilanza e controllo attraverso le polizie locali”. L’Anci sottolinea inoltre come “la Corte Costituzionale con la sentenza n. 14/2012 ha già chiarito che i Comuni possono individuare limiti e destinazioni diverse dalla legislazione statale e regionale in ambito territoriale, in ordine alle attività economiche attraverso l’esercizio della loro potestà regolamentare”. lp/AGIMEG