Giappone, disegno di legge per rafforzare i controlli sul gioco online e sulle piattaforme estere

Il Giappone si prepara a discutere una proposta di legge che mira a rafforzare i controlli sul gioco online illegale, con l’obiettivo di contrastare il flusso di scommesse verso piattaforme estere che, secondo le stime, movimentano ogni anno circa 1,200 miliardi di yen (circa 7 miliardi di euro).

Gioco online gara

Il disegno di legge, sostenuto da otto formazioni politiche, punta a modificare l’attuale normativa in materia di dipendenza da gioco. Tra le misure previste figurano il divieto esplicito di gestione di casinò digitali e l’illegalità della promozione pubblicitaria a essi collegata. Nel testo si prevede che i fornitori di servizi internet blocchino l’accesso ai siti non autorizzati su richiesta governativa. Le società emittenti di carte di credito, invece, dovranno sospendere le transazioni riconducibili ad attività di gioco non regolamentate.

Tuttavia, la proposta normativa non contempla sanzioni penali o amministrative in caso di violazioni, un’assenza che solleva perplessità tra esperti e osservatori del settore. Secondo dati della Polizia nazionale, oltre 3,3 milioni di persone in Giappone accedono regolarmente a piattaforme di gioco estere, nonostante la legge del 1958 ne vieti l’esercizio. Le statistiche ufficiali indicano 1,97 milioni di utenti attivi, con una prevalenza nelle fasce d’età tra i 20 e i 39 anni. Gli importi scommessi annualmente rappresentano circa il 12% del totale generato da Macao nello stesso periodo. La questione è emersa anche nel dibattito pubblico, coinvolgendo personalità del mondo dello sport e dello spettacolo.

Lo scenario si intreccia con la lentezza dei progetti per la realizzazione dei resort integrati (IR). A oggi, solo l’iniziativa MGM-Orix a Osaka, da 8 miliardi di euro, ha ricevuto approvazione formale, con apertura stimata per il 2030.

I legislatori hanno indicato che oltre il 70% dei potenziali clienti di queste strutture già utilizza canali online, spesso ignari della loro irregolarità. Uno dei nodi centrali del provvedimento riguarda la possibilità per gli operatori di rete di bloccare i siti. Ma si evidenziano ostacoli pratici e giuridici: la maggior parte dei portali ha sede legale in Paesi esteri come Filippine, Curaçao e Malta.

Inoltre, il ricorso alle VPN da parte degli utenti – pari al 42% – complica ulteriormente le operazioni. Alcuni esperti sollevano dubbi sulla legittimità costituzionale di queste limitazioni, in riferimento alla libertà di espressione. Le principali compagnie telefoniche, tra cui NTT Docomo e SoftBank, non hanno ancora reso noto un piano di attuazione, mentre stime interne parlano di costi di adeguamento per circa 18 miliardi di yen (circa 126 milioni di euro).

A livello politico, sebbene il disegno di legge abbia ottenuto un ampio sostegno trasversale, permangono divergenze. Il Partito Democratico Costituzionale appoggia maggiori controlli ma si oppone a qualsiasi legame con i piani di sviluppo degli IR. La formazione Komeito, alleata del partito di governo LDP, ha chiesto un aumento di risorse fino a 30 miliardi di yen (210 milioni di euro) per i centri di cura dalla dipendenza da gioco, proposta respinta nel bilancio per il 2025.

Un sondaggio nazionale ha evidenziato una divisione nell’opinione pubblica: il 58% degli intervistati nelle aree urbane è favorevole a norme più severe, mentre il consenso scende al 41% nelle zone rurali, dove il gioco rappresenta una risorsa economica locale. Inoltre, il 67% dei cittadini tra i 20 e i 39 anni non è a conoscenza del divieto sui casinò online. L’approvazione della legge è attesa entro giugno 2025. Parallelamente, il governo lancerà una campagna di sensibilizzazione da 2,4 miliardi di yen (16,8 milioni di euro) nel terzo trimestre, con interventi sui social media e nelle reti di distribuzione al dettaglio. ng/AGIMEG