“Senza vaccini siamo esposti a un contagio che galoppa e varia in tutta Europa. Si devono mantenere le restrizioni fino a che non si sarà sicuri di essere usciti dalla tempesta. Ogni minima debolezza potrebbe costarci una terza ondata”. Così a ‘La Stampa’ Massimo Galli, professore ordinario di Malattie infettive all’Università Statale di Milano e primario all’Ospedale Sacco. “Bisognerà mantenere le misure fino a chiarire l’andamento della curva, che resta incerto ma sempre in crescita. Le misure natalizie hanno avuto un discreto effetto, ma non sono bastate a far calare i contagi, che potrebbero impennarsi in qualsiasi momento anche per immagini dall’estero”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Walter Ricciardi che, intervistato da Radio Popolare, afferma: “Serve un altro lockdown come marzo? Sì. Un lockdown vero di tre o quattro settimane e poi riprendere a tracciare e testare, solo cosi potremo recuperare una normalità che a noi manca”. Per il consulente del CTS, il sistema a colori non basta: “Non basteranno le zone arancioni. Bastano, per cercare di tenere l’epidemia in una situazione stabile ma non per farla diminuire. Se insistiamo con questo atteggiamento di dilazione e di esitazione e non siamo pronti a testare e tracciare sarà un lungo stillicidio di mesi sia dal punto di vista sanitario che economico e psicologico”. lp/AGIMEG