Freni (sottosegr. MEF): “Chiusura conti corrente a operatori di gioco non è giustificata se fatta nei confronti di un’intera categoria. Riordino del settore potrà portare chiarezza”. La risposta integrale

Alcuni deputati di Forza Italia hanno presentato un’interrogazione a risposta immediata in Commissione Finanze alla Camera, in merito al problema dei conti bancari chiusi agli operatori del settore del gioco.

“Da subito ADM ha preso contatti con l’ABI al fine di comprendere le motivazioni dei comportamenti posti in essere dalle banche e di individuare soluzioni che consentano la prosecuzione dell’attività degli operatori nel rispetto delle norme concessorie e dell’interesse pubblico”. E’ la risposta del sottosegretario al Ministero dell’Economia e Finanze, Federico Freni.

“Il settore bancario fa presente che esiste il tema del rispetto dei principi comunitari e l’impossibilità di intervenire su legittime scelte commerciali dei singoli istituti di credito spesso legati alla volontà di non intrattenere, a torto o a ragione, rapporti con il settore del gioco con vincite in denaro poiché è ritenuto a forte rischio”.

ADM sta ponendo la massima attenzione nella risoluzione del problema reso ancora più difficile dall’insicurezza e dall’instabilità legata all’attuale fase di proroga delle concessioni. In merito alla questione rappresentata dagli interroganti, il Dipartimento del Tesoro osserva che la normativa europea e nazionale in materia di contrasto del riciclaggio e finanziamento del terrorismo prevede presidi di prevenzione a carico delle banche proporzionali all’entità dei rischi. Tanto con riferimento a particolari categorie di clienti che risultino essere più esposti a tali rischi. D’altro canto – prosegue Freni -, tali previsioni devono essere lette in combinazione con i principi generali dell’ordinamento che riconoscono ampia libertà all’autonomia negoziale delle parti. A ciò si aggiunga, come la stessa normativa antiriciclaggio, riconosca che le banche possano, nell’ambito delle proprie attività, decidere di non stabilire o terminare relazioni d’affari o di non effettuare una transazione in considerazione dell’elevato rischio di riciclaggio. Secondo il quadro normativo europeo tale decisione potrebbe non essere giustificata quando viene fatta in modo collettivo nei confronti di un’intera categoria di imprese senza prendere in considerazione il profilo di rischio dei singoli clienti che potrebbe variare significativamente nell’ambito della medesima categoria. Al contrario, un approccio che prevede la cessazione massiva ed indiscriminata delle relazioni d’affari con intere categorie di clientela non sarebbe coerente con l’approccio basato sul rischio stabilito dalla normativa Unionale e domestica. A questo fine, sono state avviate interlocuzioni con Bankitalia e UIF per verificare se il fenomeno sussiste sul territorio italiano, nonché le eventuali categorie di professionisti maggiormente colpiti al fine di valutare l’effettiva portata e di determinare le opzioni di intervento più efficaci. Alla luce di quanto esposto il Governo potrà valutare tutte le iniziative compatibili con l’attuale sistema regolatorio per aiutare le piccole e medie imprese del settore a garantire la corretta gestione dei flussi di cassa anche sollecitando un intervento di Bankitalia nei confronti delle imprese del circuito bancario che sarà volto ad individuare le misure anche transitorie di prosecuzione dell’attuale sistema in vista dell’adozione, con le nuove convenzioni di concessione, di una disciplina che risponda ai molteplici interessi presenti al fine di conseguire un loro equo bilanciamento. Aggiungo, da ultimo, il riassetto del settore a cui il Governo sta lavorando potrà portare sul punto maggiore chiarezza”, ha concluso il sottosegretario.

“Siamo soddisfatti in parte perché esprimiamo una forte perplessità nel non avere una soluzione pronta. Ricordiamo che solo all’Erario rende sei miliardi di euro questo settore, quindi non è possibile che ci siano problemi bancari per questo comparto. Questa problematica porta tante aziende in grave difficoltà e in questa situazione non ce lo possiamo permettere”. E’ la replica della deputata Patrizia Marrocco alla risposta di Freni. ac/AGIMEG