Pucci (Pres. Astro) ad Agimeg: “A questa crisi partecipano solo alcune categorie ed altre no. Il Premier intervenga da vero statista e non da politicante”

“I colleghi delle palestre, del turismo, dello spettacolo hanno tutta la mia solidarietà. Anche loro sono stati colpiti dal concetto di non essenzialità che il Governo ha dato al settore del gioco pubblico. Abbiamo fatto investimenti per rispettare i protocolli e mettere in sicurezza le nostre aziende, ma non ci fanno aprire ugualmente”. Lo ha detto Massimiliano Pucci, presidente di As.tro, nel corso della diretta con il direttore di Agimeg, Fabio Felici.
“La nota dolente è rappresentata dai ristori. Uno studio della CGIA di Mestre ha dimostrato come a fronte di 29 miliardi di euro di ristori si sono persi 423 miliardi di fatturato, dunque i ristori coprono appena il 7% delle perdite. Il nostro settore dal 1 gennaio ha dovuto sostenere versamenti Iva, imposte sui bolli, spese per i contributi previdenziali dei dipendenti, contabilità ordinaria e pagamenti delle imposte su prodotti che non utilizziamo. Se le chiusure si protrarranno sine die, servono ristori seri. L’Istat ha reso noto che ci sono 298 mila aziende a rischio sopravvivenza nei prossimi 90 giorni. Speriamo di riaprire il prima possibile, abbiamo tutti le stesse problematiche”.
Pucci si è poi soffermato sul concetto di non essenzialità. “Questo concetto di essere aziende non essenziali non ci consente di andare in banca per pagare il mutuo. Essenziale è lavorare. Al Premier Conte chiedo di volare più in alto. Questa crisi ha un elemento tipico, ovvero lo scontro tra lavoratori garantiti e non garantiti. Gli unici essenziali sono le forze dell’ordine e i medici. Ma allora perché a questa crisi partecipano solo alcune categorie ed altre no? La crisi viene pagata solo da un terzo degli italiani, per questo chiedo al Premier un atto da statista e meno da politicante”, ha concluso. cr/AGIMEG