Filippine, Corea del Sud e Thailandia intensificano le operazioni contro il gioco illegale: centinaia di arresti, piattaforme oscurate e milioni sequestrati

Le autorità di Filippine, Corea del Sud e Thailandia hanno rafforzato le rispettive strategie per contrastare il gioco non autorizzato con una serie di interventi che hanno portato a chiusure di siti, arresti e sequestri per milioni di euro.

Filippine: 7.000 piattaforme chiuse in pochi mesi

Nelle Filippine, il governo ha dichiarato di aver bloccato circa 7.000 siti di gioco online non autorizzati attraverso l’azione congiunta del Dipartimento per l’Informazione e le Comunicazioni e della Philippine Amusement and Gaming Corporation (PAGCOR). Lo ha annunciato la portavoce presidenziale Claire Castro, spiegando che il contrasto a queste piattaforme è reso complicato dalla rapidità con cui gli operatori cambiano dominio e identità.

Le autorità riconoscono la natura ciclica del fenomeno e hanno confermato l’impegno costante per neutralizzare le attività illecite. Le piattaforme regolarmente autorizzate, invece, continuano a operare sotto il monitoraggio di PAGCOR, che offre anche supporto a persone affette da dipendenza da gioco e alle loro famiglie.

Il governo ha inoltre invitato i cittadini a non utilizzare siti privi di licenza, lanciando un appello anche a personaggi pubblici affinché evitino di promuovere piattaforme illegali, ribadendo che l’obiettivo resta quello di tutelare i consumatori e mantenere un ambiente digitale regolamentato.

Corea del Sud: demolita una rete internazionale attiva da cinque anni

In Corea del Sud, un’indagine della polizia informatica di South Chungcheong ha portato allo smantellamento di un’organizzazione internazionale che aveva gestito otto piattaforme di gioco illegale tra il 2019 e il 2024, con base operativa nelle Filippine, Cambogia e Vietnam.

Il giro d’affari della rete ammontava a circa 530 miliardi di won (circa 357 milioni di euro), mentre i guadagni illeciti sarebbero stati di oltre 27 miliardi di won (circa 18 milioni di euro). Il reclutamento dei giocatori avveniva tramite Telegram, con accesso subordinato a una verifica preliminare.

Le autorità hanno avviato l’indagine dopo segnalazioni sull’impiego di minorenni come promotori delle piattaforme. In totale sono state arrestate 26 persone, di cui 13 detenute, e sono stati sequestrati beni per un valore di 9,2 miliardi di won (circa 6,2 milioni di euro), inclusi immobili, contanti e auto di lusso. I siti sono stati oscurati dalla Korea Communications Standards Commission, mentre il fisco sudcoreano è stato allertato per recuperare i profitti.

Thailandia: casinò illegale scoperto in un magazzino a Bang Yai

A Nonthaburi, in Thailandia, un’operazione congiunta tra forze di polizia e autorità distrettuali ha portato all’irruzione in un magazzino trasformato in casinò, con l’arresto di 54 persone e il sequestro di circa 5.500 euro in contanti.

L’azione ha avuto luogo in un’area recintata da tre metri di altezza e dotata di aria condizionata. Gli agenti sono entrati scavalcando la recinzione e hanno trovato decine di persone impegnate in attività di gioco. Tra gli arrestati figurano 46 cittadini thailandesi e 8 stranieri.

Oltre al denaro, sono stati sequestrati materiali utilizzati per il gioco. La polizia sta ora analizzando le registrazioni delle telecamere di sorveglianza per stabilire da quanto tempo il sito fosse operativo. Gli indagati rischiano accuse penali, e le autorità stanno valutando anche l’applicazione di leggi antiriciclaggio. ng/AGIMEG