“Credo che l’emergenza sanitaria sia stata gestita male dalla classe politica, così come le decisioni che sono state prese nei confronti del gioco. Alcune attività rimangono consentite, come il gioco online, o come i tabaccai, che hanno il diritto di operare come noi, ma la riteniamo una cosa ingiusta. Purtroppo il settore deve fare i conti con una politica che ha fatto solo disastri”. E’ quanto ha dichiarato Giuseppe Falcone, del Comitato di Presidenza della Confederazione GiocareItalia, nel corso della diretta con il direttore di Agimeg, Fabio Felici. “Vorrei invitare la classe politica a dare i miliardi di euro che il gioco garantisce alla sanità delle regioni per fronteggiare future epidemie. A inizio anno il Governo poteva vedere la pandemia in tutte le sue sfaccettature, ma non è stato adempiente per metterci in condizione di stare tranquilli e il sistema sanitario è andato in tilt. Anche questo ha pesato sulle chiusure del nostro comparto”.
Sulla suddivisione dell’Italia in tre fasce (gialla, arancione e rossa), Falcone fa notare che “sono aperte attività che hanno protocolli meno stringenti dei nostri. Il nostro settore ha già il bollino rosso, lo ha stabilito il Dpcm, anche se ci troviamo in zone gialle o senza contagi. Questa è una discriminazione frutto di demagogia e poca conoscenza dei 200 mila lavoratori che militano nel comparto del gioco legale. Ci hanno fatti stare tutti a casa, ma noi abbiamo seguito protocolli rigidi, abbiamo investito risorse per potenziare le nostre attività, per renderle più sicure. Non abbiamo avuto sanzioni per violazione dei protocolli, le nostre sale prima della chiusura erano a norma. Ci vorrebbe meno demagogia, perché ogni minuto che siamo chiusi è un minuto che viene regalato all’illegalità, sono soldi che lo Stato perde”, ha concluso. cr/AGIMEG