“Oggi è stato superato ogni tipo di limite nei confronti degli operatori del gioco legale. Sentire affermare da una Senatrice della Repubblica italiana, Elisa Pirro (M5S), che non meritiamo alcuna considerazione e dal Segretario Generale di Unimprese, Raffaele Lauro, che non siamo degni di ricevere aiuti è davvero avvilente”. E’ quanto sostiene ad Agimeg il Presidente dell’Associazione Gioco Legale (A.Gi.Le), Giuseppe Falcone, in merito alle dichiarazioni della Senatrice Pirro (M5S) e di Lauro (Unimprese) nei confronti del settore gioco in merito alla chiusura degli esercizi e dei sostegni che il Governo metterà in campo per fronteggiare questa crisi. “A volte sembra che vogliano incolparci di tutte le disgrazie, inclusa quella del Covd-19. Ma ad onor del vero sono loro che non sono stati in grado di permettere a tutti i settori produttivi di proseguire l’attività in questi momenti complicati e ora vogliono negarci anche il diritto di ricevere gli aiuti che ci spettano. Coloro che fanno queste affermazioni – prosegue Falcone – sono motivati da un accanimento ideologico che va oltre le regole. Ricordo che nel comparto del gioco sono occupate 150.000 persone che danno da mangiare ad altrettante famiglie. Sono stati svolti numerosi controlli nei confronti delle attività di gioco che molto raramente hanno presentato irregolarità e faccio un invito alle autorità competenti di eseguire gli accertamenti verso coloro che sono ancora aperti e negozi generalisti (tabaccherie, internet point, etc.) in modo corretto e rispettoso verso i lavoratori del settore. Infine, è inaccettabile anche la presa di posizione del Presidente dell’ANCI e sindaco di Bari, Antonio Decaro, che ha sostenuto la correttezza della chiusura dei corner scommesse e dei giochi nelle tabaccherie o altri negozi generalisti. Chiudendo i pochi punti di gioco legale rimasti aperti si favorisce inevitabilmente l’illegalità, cosa che sta già avvenendo grazie ad alcune misure introdotte dal Governo e altri enti locali. Concludo ribadendo che alcune affermazioni non sono tollerabili poiché l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, ma ora assomiglia di più ad una dittatura”. ac/AGIMEG