Scommesse, domani sul settimanale L’Espresso inchiesta sulle organizzazioni criminali e riciclo di denaro tramite gioco online

La ‘ndrangheta ha scelto di giocare pesante con l’azzardo sul Web. A Malta, dove batte il cuore strategico e finanziario del betting targato ‘ndrine, anche se per puntare sui tavoli che gli uomini dei clan hanno apparecchiato non c’e’ bisogno di spostarsi”. E’ quanto svela una inchiesta del settimanale ‘L’Espresso’ in edicola domani.
“Basta trovare una delle oltre 1.500 agenzie che sono state convinte, con le buone o con le cattive, ad adottare il sistema per scommettere “fuori banco”. Ma è su quel fazzoletto di terra nel Mediterraneo che le cosche di Reggio Calabria hanno piazzato il quartier generale di quella che per gli investigatori e’ una delle piu’ grandi lavatrici di denaro sporco. A gestire la rete per conto del clan è un gruppo di leoni di questo nuovo affare. Fra loro, c’è chi, a 35 anni, è già manager di importanti società del betting. Per i magistrati, sono uomini a cui la ‘ndrangheta ha affidato un incarico. Non è  la prima volta che gli inquirenti italiani scoprono interessi mafiosi a Malta. Ma per la prima volta affiorano complicità che  lambiscono la politica e toccano gli ambienti finanziari. Tra gli indagati dell’inchiesta Gambling c’è Iusif Galea, faccendiere con un passato nell’autorità maltese di vigilanza sulle scommesse e un tempo legato all’ex commissario europeo John Dalli, l’unico commissario costretto a dimettersi per un’indagine avviata dall’Olaf (l’ufficio antifrode dell’Ue) e  poi archiviata. Un altro nome che compare nei documenti in mano ai pm dell’antimafia calabrese e’ quello di David Gonzi. Il figlio dell’ex primo ministro che con il padre ha fondato uno degli studi legali e di consulenza più prestigiosi dell’isola,
con una specializzazione nel settore del betting. Anche il giovane rampollo Gonzi è tra gli indagati. Sia Gonzi sia Galea sono finiti nel mirino degli investigatori per i loro ruoli in  una delle due società maltesi utilizzate dagli imprenditori reggini per la raccolta dei soldi delle scommesse”.
“A fare da trait d’union – aggiunge l’inchiesta de L’Espresso  – fra la Malta che conta e la ‘ndrangheta è Mario Gennaro, ex  rapinatore della periferia nord di Reggio, che grazie al poker
ha agganciato professionisti e politici, che gli hanno consentito di organizzare un torneo sovvenzionato dall’ex amministrazione di Giuseppe Scopelliti, ma anche professionisti  del betting come Riccardo Tamiro, ex responsabile per la Gran  Bretagna della Betshop, approdato in seguito a Malta dove si è affermato come consulente della Aycons, monopolista del settore  delle scommesse sportive, nonché come nome e volto della  Skirmony, che controlla direttamente la società di scommesse  maltese Gamelux. Tamiro non e’ indagato nell’inchiesta della  procura reggina, ma nella carte viene citato piu’ volte. ‘Dietro Mario Gennaro -riporta l’Ansa – c’è la ‘ndrangheta, che lo ha prima allevato e poi elevato a referente nel mercato dei giochi’. Una rete in cui sembrano essere rimasti impigliati anche nomi noti dell’establishment maltese. E, forse, non solo  maltese”. lp/AGIMEG