Jarre (Asl Torino): “Le restrizioni sul gioco hanno avuto un effetto positivo sul Piemonte”

“Il Piemonte occupa il 7% della popolazione italiana ed è stata tra le ultime regioni ad emanare il provvedimento sul gioco, a maggio del 2016”, ha dichiarato Paolo Jarre, dell’Asl di Torino. “Ecco quello che succedeva in Piemonte prima della restrizione al gioco pubblico. In Piemonte c’è stato, dal 2013 al 2016, una crescita del volume del gioco legale. Dai 494milioni del 2013 si è passati ai 5,1 miliardi del 2016. A maggio 2016 il legislatore piemontese ha emanato il provvedimento che restringeva l’offerta del gioco fisico con apparecchi. Ricordo che gli apparecchi da intrattenimento rappresentavano più del 50% della raccolta complessiva di gioco ed oltre l’80% del gioco prevalente fra i giocatori problematici e patologici. Le misure di contenimento dell’offerta erano temporali e geografiche. Quella temporale è entrata in vigore nell’ estate 2016 e prescriveva ai comuni di ridurre l’orario di funzionamento degli apparecchi di tre ore rispetto all’apertura degli esercizi. La seconda disposizione prevedeva di introdurre il criterio di distanza tra apparecchi automatici e luoghi sensibili. Le distanze arrivano a 300 metri per i piccoli comuni e 500 per quelli grandi. Veniva data poi potestà ai comuni d aggiungere altri punti sensibili, come ad esempio gli uffici postali.
Sulla limitazione geografica , in Piemonte è entrata in vigore per gli esercizi generalisti nel novembre 2017. Per le sale gioco e sale scommesse entrerà in vigore a maggio 2019. In Piemonte quello che sta succedendo ha il precedente della Norvegia. Nel 2006 la Norvegia era il paese d’Europa con maggior spesa pro-capite per apparecchi da gioco. Quindi venivano imposte restrizioni. Fu introdotto un anno di moratoria al funzionamento delle slot (2007), che ha avuto un Impatto di carattere preventivo ed ha ridotto il gioco problematico. Abbiamo chiesto a 463 soggetti patologici quanto erano d accordo sulle restrizioni regionali: il 70% era d’accordo. Fatta questa legislazione è iniziato il fuoco di sbarramento dei Monopoli di Stato e della filiera commerciale. Si siamo quindi scontrati con una serie di considerazioni retoriche. La prima è “se spostate il gioco si sposteranno anche i giocatori”. La seconda “se riduci il gioco con gli apparecchi aumenterà quello su altri esercizi”. La terza: “se diminuisci il rubinetto dell’offline aumenta l’online”. La quarta “meno gioco legale equivale a più gioco illegale”. Non è dimostrabile che la crescita legale ha diminuito l’illegale. La quinta: “ridurre gli apparecchi da intrattenimento serve solo a tagliare il gioco controllato”. La sesta riguarda i licenziamenti nel settore. Ridurre offerte non cambia il tipo di gioco, i giocatori continueranno a giocare come prima. Con la diminuzione degli orari, abbiamo avuto nel 2017 un diminuzione della raccolta con gli apparecchi del 4,1%, mentre nelle altre regioni aumentava del 5,6% con un differenziale circa del 10%. Il Trend dal 2015 al 2017 vede gli effetti delle restrizioni orarie e geografiche: ci sono 769 milioni in meno giocati agli apparecchi e 266 milioni in più su altri giochi. C’è un Effetto rimbalzo su altri giochi: le lotterie istantanee crescono in Italia dello 0,04% e in Piemonte dello 0.4%. Il Lotto cresce in Piemonte del 5,2%, mentre in Italia del 4,4 %. Un altro effetto in corso è quello di concentrare il gioco e ridurne la diffusione capillare. Da marzo 2017 al settembre 2018 da 26mila a 12mila apparecchi. Ci sono casi come quello di Avigliano (Valle di Susa) dove a inizio 2017 c’erano 12 esercizi commerciali in cui si poteva giocare con gli apparecchi, adesso ce n’è un solo in una zona commerciale periferica. Arriviamo alla questione, chiudere rubinetto gioco offline aumento gioco online oppure no? Cresce l’online anche in Piemonte: dal 2015 al 2018 del 75 %, ma in Italia è cresciuto dell’81%. Il Gioco online galoppa ma in Piemonte è sotto la media. Chi gioca online non è chi gioca offline. Ma dove finiscono questi soldi? Si spera rimangano in tasca ai giocatori. Il gioco offline in Italia dal 2015 al 2018 è aumentato del 5% e in Piemonte è diminuito dell’8,6%. Il gioco d’azzardo è soggetto a mutevolezza, per cui investire nell’azzardo è rischioso. La restrizione in Piemonte è un dato importante. Dal 2016 riduzioni di giocate e delle perdite con tali dispositivi. Il gioco online cresce in Piemonte meno che nel resto d’Italia. Sugli intervistati del 2018, il 24% dei maschi e femmine dice che li ha aiutati molto l’effetto delle riduzioni delle slot”. mo/AGIMEG