Giochi, chi accarezza un coccodrillo gioca di più. La ricerca australiana vince l’IgNobel

Una ricerca sul gioco, o meglio su come l’avvicinarsi di un minaccioso coccodrillo influisca sulle puntate che effettua un giocatore, ha vinto l’IgNobel, la parodia del premio Nobel l’Annals of Improbable Research assegna alle ricerche più  “strane, divertenti, e perfino assurde”, ma comunque verissime e pubblicate sulle riviste scientifiche. La ricerca in questione si intitola “Non sorridere a un coccodrillo: le giocate aumentano a causa dell’eccitazione provocata dalla vicinanza di un rettile”, e è stata condotta nel 2010 da Matthew Rockloff e Nancy Greer, due professori della Central University del Queensland. Una ricerca condotta in Australia, quindi, il che spiega probabilmente anche perché siano stati scelti i coccodrilli. Rockloff e Greer hanno analizzato le abitudini di gioco di 103 persone, dapprima in un normale ambiente domestico, e po subito dopo aver fatto una passeggiata in un allevamento di coccodrilli, e aver tenuto alcuni animali in braccio (gli alligatori avevano le mascelle chiuse con delle museruole, ma i soggetti esaminati erano stati avvisati che comunque gli animali erano ancora potenzialmente pericolosi). L’obiettivo insomma era quello di verificare se lo stato di eccitazione prodotto da una simile esperienza incideva sull’entità e sulla frequenza delle giocate. I giocatori classificati non a rischio hanno per lo più moderato le proprie abitudini, evidentemente la vicinanza con il rettile li ha indotti a una maggiore prudenza. Più variegate le reazioni dei giocatori a rischio: le puntate variavano a seconda di come era stato vissuto il contatto con il coccodrillo. Coloro che avevano provato emozioni positive erano portati a intensificare le giocate, gli altri a moderarle. Tuttavia, i giocatori a rischio che avevano provato sensazioni fortemente negative a contatto con gli animali, avevano anche aumentato in modo drastico le proprie puntate. Questa categoria di gioco, inoltre – rispondendo ai questionari – ha nella maggior parte dei casi affermato che lo stato di grande eccitazione è “un indicatore del successo al gioco”. Insomma, per la ricerca emozioni come noia e ansia possono incidere negativamente sulle abitudini di gioco. Rockloff e Greer si sono aggiudicati un assegno da dieci trilioni di dollari dello Zimbabwe, circa tre dollari americani. rg/AGIMEG