Convegno Confcommercio, Orlando (Min. Lavoro): “Istanze del mondo delle professioni devono essere prese in considerazione”

Anna Rita Fioroni, presidente di Confcommercio Professioni, ha fatto gli onori di casa aprendo il convegno dedicato alle professioni non ordinistiche “#Professioni Restart, la ripartenza fra opportunità e criticità”. Introducendo il suo intervento, Fioroni ha sottolineato che “per ripartire dopo la pandemia occorrono innanzitutto politiche su misura per i professionisti che con le loro competenze sono protagonisti dell’attuazione del Pnrr”. “In particolare – ha detto Fioroni – va introdotto l’equo compenso per le prestazioni professionali anche per le professioni non ordinistiche e soprattutto nei confronti della Pubblica amministrazione, vanno previste più consistenti agevolazioni per la transizione 4.0”. “Nel breve termine – ha aggiunto – occorre un intervento per la rateizzazione straordinaria del complessivo debito fiscale risultante alla data del 31 dicembre 2021. La pandemia ha inoltre dimostrato che sono necessari ammortizzatori sociali in via strutturale per i lavoratori autonomi professionali con riferimento soprattutto agli iscritti alla gestione separata Inps, e va valutata l’opportunità di rendere meno onerosa l’ISCRO introdotta in via sperimentale”. Secondo la presidente di Confcommercio Professioni, “le politiche attive per la formazione e riqualificazione professionale devono essere rivolte anche al lavoro autonomo professionale. Alla luce del post emergenza è poi fondamentale facilitare l’accesso e la garanzia al credito mentre per il welfare vanno promosse le coperture previdenziali e sanitarie integrative rispetto a quelle offerte dal sistema pubblico e misure per la conciliazione vita-lavoro.”

Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, ha aperto i lavori del convegno di Confcommercio professioni “#Professioni Restart, la ripartenza fra opportunità e criticità”. “Sono 1 milione e 500mila in Italia le persone che scelgono la via del lavoro autonomo professionale. Ma non si tratta solo del lavoro dei professionisti. Il lavoro professionale abilita anche il lavoro altrui, con un impatto fortissimo nel rafforzamento e nel miglioramento del sistema economico e imprenditoriale. I professionisti sono “input intermedi” di conoscenza nella catena del valore del nostro Paese, input determinanti per la qualità e la competitività dell’economia italiana”.

“Il momento storico che stiamo vivendo – ha detto Sangalli – ci chiede di accompagnare il “rimbalzo di crescita” dell’economia (più 6% nel 2021) con vera innovazione, aumento della produttività e delle competenze per rendere questa crescita duratura ed equilibrata. Ecco, quindi, il ruolo strategico aggiuntivo e attuale a cui sono chiamati i professionisti, che in questi due anni hanno sofferto ma sono comunque cresciuti in termini assoluti e per reddito totale generato”.

Sangalli ha poi sottolineato che “le professioni stanno cambiando, si stanno evolvendo. Tutte le professioni. E con loro cambia il Paese. Come sono cresciuti i rappresentati, così è poi maturata la rappresentanza: Confcommercio Professioni ha coinvolto sempre più associazioni nazionali e territoriali per migliorare il radicamento e offrire nuovi servizi. Eppure, individualmente, i professionisti sono a rischio e il COVID ha enfatizzato questa fragilizzazione: se il reddito totale generato aumenta, il reddito medio pro capite negli anni è diminuito del 25%”. “Per questo – ha aggiunto Sangalli – uno dei temi più cari a Confcommercio Professioni rimane oggi, oltre a quello della rateizzazione del carico fiscale, anche quello dell’equo compenso per le prestazioni professionali. E al tema dell’equo compenso aggiungerei anche quello della “pari dignità”. Pari dignità di status con le imprese. Pari dignità nel rapporto con la Pubblica Amministrazione. Pari dignità nella previdenza complementare, nel welfare e nella qualità della vita. Perché certamente i Professionisti risentono della loro grandissima varietà e differenziazione interna ma le professioni hanno tutte il medesimo bisogno di buona regolazione, pari condizioni di mercato, riconoscimento delle competenze, tutela. Ritrovarsi e riconoscersi in un coordinamento dentro una grande confederazione d’impresa come Confcommercio non è quindi solo un tema di immagine. E’ un tema sindacale forte che afferma la profonda imprenditorialità della figura professionale. Un’imprenditorialità dall’identità fortemente terziaria, perché nei servizi di mercato opera il 98% dei professionisti. “Per questo Confcommercio – ha concluso Sangalli – si sente la casa delle Professioni, che hanno acquisito – in questo caso sì – pari dignità sindacale a partire anche dalla citazione dal nome della Confederazione: Confederazione Generale del commercio, del turismo, dei servizi, dei trasporti e delle professioni”.

Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, è intervenuto durante i lavori del convegno di Confcommercio Professioni dedicato alla ripartenza e alle prospettive delle professioni non ordinistiche. Orlando ha evidenziato come le istanze del mondo delle professioni debbano essere prese in considerazione e l’ordinamento deve riuscire a stare al passo con i cambiamenti di questo mondo che ha bisogno “di avere un sistema di garanzie e tutele ma anche di essere riconosciuto come soggetto interlocutore”. Il ministro ha sottolineato la necessità di “un confronto continuo e non estemporaneo”. “Ci sono aspettative di crescita in una fase come questa – ha detto Orlando – e il Pnrr sarà molto utile anche per le professioni non ordinistiche. Va rafforzato il capitale umano investendo in formazione e aggiornamento professionale. Abbiamo dato priorità a interventi che integrano tutela e formazione, come gli ammortizzatori sociali”. “Rimane aperta – ha aggiunto – la questione dell’Iscro e il governo intende monitorare la situazione e verificarne eventuali possibilità di miglioramento. La stessa ambizione riguarda la formazione: abbiamo deciso di potenziare i centri per l’impiego e di investire in maniera notevole sulle politiche attive del lavoro”. “Resta il tema della riforma fiscale – ha poi aggiunto – e la delega risponde all’obiettivo di scrivere un patto di lealtà tra stato e professioni”.

Uno degli argomenti principali sui quali il mondo delle professioni non ordinistiche si batte è quello dell’equo compenso: “Su equo compenso – ha detto Orlando – stiamo lavorando e puntiamo ad estendere l’equo compenso ai contratti della P.a ed estenderlo anche ai contratti nell’ambio del Pnrr”. Altrettanto importante, secondo il ministro, rafforzare il welfare integrativo. Orlando ha chiuso il suo intervento annunciando l’intenzione di convocare al più presto un tavolo con il mondo delle professioni per discutere sui temi più importanti.

Il viceministro dello Sviluppo Economico, Gilberto Pichetto Fratin, nel suo intervento ai lavori del convegno di Confcommercio Professioni, #professionirestart, ha sottolineato la straordinarietà del periodo storico in cui si trova il Paese. “Siamo in un momento in cui tutto va più veloce e ancora di più dopo un anno e mezzo di pandemia che ha cambiato profondamente usi e abitudini.” “Questo- ha detto Fratin – è il secolo della terziarizzazione e delle attività professionali che nascono ogni giorno. Il grande tema da affrontare, quello delle professioni non ordinistiche , va analizzato partendo dalla necessità di rendere più attuali e al passo con i tempi anche quelle ordinistiche”. Secondo Fratin è necessario “gestire correttamente la crescita rifacendosi alle risorse del Pnrr che sono importanti. Noi dobbiamo agire sulle riforme con una visione che vada al di là del quotidiano e soprattutto adeguando la nostra azione ad una realtà profondamente cambiata”. “Bisogna creare dei percorsi per potenziare le competenze e offrire dei percorsi di formazione anche per i professionisti. Serve un ragionamento complessivo su tutte le politiche attive”.

Pichetto Fratin ha concluso il suo intervento osservando che “anche sulla politica fiscale va fatto un ragionamento: la politica dei redditi con le imposte dirette non va più bene, oggi nell’epoca della globalizzazione il reddito di un’impresa non è più misurabile. Se non abbiamo un welfare che regge non riusciamo a creare le condizioni di occupabilità”. cdn/AGIMEG