Convegno “Sì al gioco lecito, no all’illegalità”: leggi proibizionistiche come quella di Bolzano favoriscono il ritorno al gioco illegale

E’ in corso a Bolzano una nuova tappa del Convegno “Liberi di scegliere, basta proibizionismo – Sì al gioco lecito, no all’illegalità” organizzato dall’Istituto Friedman in collaborazione con la Federazione Italiana Tabaccai e il Sindacato Totoricevitori Sportivi. “Siamo in guerra. In guerra per difendere verità e legalità. Questa è la provincia più proibizionista d’Italia, questa legge da da mangiare ai nuovi Al Capone. I tabaccai e le sale sono sentinella della legalità sul territorio. Dal 2013 il mercato criminoso ha introdotto in 110 bar di Bolzano i Totem che hanno sostituito il gioco lecito grazie alla legge proibizionista della Provincia. Dobbiamo fare formazione e prevenzione, combattere l’illegalità a tutti i costi. Non combattere chi già difende la legalità”, ha detto Luigi Nevola, presidente associazione La Sentinella e capogruppo della Lega Nord a Bolzano, durante il suo intervento al Convegno. “Il gioco viene prima della cultura, risale a 6.000 anni fa. La formazione e la prevenzione, soprattutto nelle scuole è la cosa più importante. Il proibizionismo come in Alto Adige non serve a niente, anzi è solo un danno. Così aumenta il gioco illegale, in Italia ci sono circa 5.000 punti vendita di gioco illegale”, ha aggiunto Cesare Guerreschi, Fondatore Società Italiana Intervento Patologie Compulsive (Siipac). Secondo il direttore dell’Istituto Milton Friedman, Andrea Maria Villotti: “a Bolzano non ci vorranno 20 anni per cambiare la legge proibizionista della Provincia sul gioco. I dati ci danno ragione, oltre il 75% degli Aloatesini hanno bocciato questa legge sbagliata. Per cessare il proibizionismo negli USA ci sono voluti cinque presidenti, spero a Bolzano non ne servano 5, considerando che l’amico Durnwalder è stato in carica 25 anni. Siamo a disposizione per cambiare la legge”. “La Provincia ha aggiunto divieto a divieto aggiungendo luoghi sensibili, quando c’erano solo i prati liberi dal divieto di gioco. Poi hanno vietato i Totem che sarebbe come dire che è vietato per i minori guidare la macchina. Il messaggio elettorale della Provincia è: ho tutelato la salute dei cittadini vietando il gioco legale. Ed è vero? No assolutamente il contrario e i dati lo dimostrano”, ha sottolineato nel suo intervento l’avvocato Cardia. “Nella nostra terra il gioco è radicato, come amministratore non era mai semplice fare la scelta giusta, ci volevano un po’ di regole. A suo tempo anche io ho sostenuto una chiusura, ma oggi bisogna trovare una soluzione. Il settore del gioco deve costruire una sua immagine positiva soprattutto per i cittadini, questa è la priorità e il mio invito alla vostra assise è di lavorare su questo e su un confronto e dialogo più aperto possibile. Questo il mio augurio”, le parole dell’ex vicesindaco di Bolzano Klaus Ladinser. “In questa terra e in questa città dove sono consigliere comunale abbiamo molti modelli virtuosi, ma sul gioco siamo un modello negativo assoluto. Nella storia ogni volta che si cerca di vietare si alimenta l’illegalità. Il gioco produce una fonte di introiti per lo Stato molto importante. Creare disoccupazione in questo momento attraverso il proibizionismo è criminale”, tuona Gabriele Giovannetti consigliere comunale a Bolzano. Il Convegno è proseguito poi con l’intervento di Huber Alessandro, segretario provinciale del Pd: “Sono venuto ad ascoltarvi perchè anche noi abbiamo votato questa legge e o si decide di andare avanti nascondendo il problema sotto il tappeto, creando dei veri ghetti del gioco, oppure ci occupiamo del gioco in maniera seria tutelando anche le imprese. Dobbiamo trovare il modo di rinvestire in maniera utile i proventi del gioco, sulla cura dei giocatori patologici, ma anche sulla formazione e sulle opere pubbliche. Proibendo diamo un esempio sbagliato ai giovani. Bisogna avere il coraggio di dire che sul gioco abbiamo sbagliato, concentrarsi sulle cose serie come Gap e imprese, e seguire l’esempio Pd a livello nazionale”. Alessandro Urzì, consigliere regionale de L’Alto Adige ha aggiunto poi: “In Alto Adige nel dibattito sul gioco non si è tenuto conto del comparto occupazionale che conta oltre 1.000 posti di lavoro. L’approccio della maggioranza è stato solo proibizionista e medicale, manca una visione complessiva alla politica locale. Serve una posizione di mediazione sul tema del gioco, che tuteli le imprese, per garantire la libertà della persona e dell’impresa, è fondamentale. Questa amministrazione provinciale ha fatto la gara dei divieti, che alla fine non aiuta i giocatori. Anche pochi giorni fa una proposta ulteriormente proibizionista in Consiglio Provinciale, che non è stata approvata soltanto perchè esistono processi in corso in Consiglio di Stato”. ” Sono qui per ascoltare, si approfondisce sempre male e troppo poco il tema del gioco in tutte la sua sfaccettature”, ha continuato il Commissario della Lega Bessone. Giorgio De Carlo, Direttore dell’Istituto di ricerca Quaeris, durante il Convegno, ha spiegato che “quasi il 50% degli Altoatesini non conosce nemmeno un giocatore patologico. Il gioco online cresce e preoccupa. Anche qui ennesima bocciatura del proibizionismo. Rilevo che c’è condivisione tra l’opinione dei relatori e quella dei cittadini altoatesini. Oltre il 75% degli Altoatesini boccia le politiche dell’Amministrazione Provinciale sul gioco. L’opinione pubblica è chiaramente contro il proibizionismo, il 90% non vuole divieti, a prevenzione, lotto contro illegalità e tutela dei minori”. “Il mio auspicio è che la politica possa comprendere il problea ed essere concreta. Serve ancora legge nazionale”, ha concluso Giovanni Risso, presidente Fit. cdn/AGIMEG