Si è svolta oggi a Roma presso la “Sala delle Bandiere” del Parlamento europeo in Italia la tavola rotonda promossa dall’Osservatorio permanente su Osservatorio Giochi, Legalità e Patologie dell’Eurispes sul tema “Il riordino del gioco pubblicoe il ruolo dell’offerta territoriale in Italia”.
Nell’offerta del gioco pubblico è stato visto che il ruolo della rete fisica e, al suo interno, degli esercizi generalisti, è ancora determinante, seppure i “numeri” evidenzino alcuni elementi di crisi. Riassumendo, relativamente al 2022 i volumi di spesa sono così suddivisi:
- più del 50% negli esercizi generalisti;
- il 30% nelle sale specializzate;
- meno del 20% nell’online.
Se si passa ad analizzare l’apporto all’Erario, questa centralità acquista ancora maggiore evidenza:
- 58% dagli esercizi generalisti;
- 33% dalle sale specializzate;
- poco più d 9% dall’online.
Con questa “formazione” che produce questi “risultati” lo Stato ha inteso e intende contrastare l’illegalità che coglie ogni occasione per “rialzare la testa” avvantaggiandosi degli sviluppi tecnologici, ma senza mai allentare la sua presa sul territorio. L’Eurispes negli scorsi anni ha constatato che ogni qual volta si sono compressi gli spazi fisici e temporali dell’offerta legale (distanziometro, limitazione degli orari di offerta di gioco), le Forze dell’ordine e la Magistratura inquirente hanno riscontrato un aumento delle attività illegali.
Con l’esplosione, poi, del gioco online che si sviluppa anche con modalità che mantengono un solido riferimento con il territorio e che, attraverso la Rete, travalica i confini nazionali, il peso dell’illegalità tende a crescere sempre di più, anche perché nel solipsismo che caratterizza il giocatore che utilizza la Rete, spesso non vi è consapevolezza soggettiva nello scegliere una piattaforma illegale, piuttosto che quelle legali sulle quali sviluppa l’attività di controllo l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Se nell’area dell’online si è inevitabilmente sempre in ritardo nell’attuare efficaci contromisure al gioco illegale ‒ perché lo Stato nelle sue varie articolazioni si trova ad “inseguire” soggetti e piattaforme che spesso operano in altri contesti giuridici assai poco controllati e regolamentati ‒ per il gioco fisico è decisivo valorizzare il suo ruolo di presidio di legalità del territorio.
Nel riordino dell’offerta del gioco pubblico, anche per questo è essenziale che non si determinino ulteriori squilibri che andrebbero a vantaggio di chi opera senza controllo e senza regole. Ogni restrizione apportata al gioco legale si traduce in un vantaggio concorrenziale per il gioco illegale che trova così nuovi spazi di azione. L’analisi delle relazioni periodiche della Direzione Investigativa Antimafia e della Direzione Nazionale Antimafia, svolta negli ultimi anni dall’Osservatorio Eurispes, restituisce un quadro che vede gli interessi delle organizzazioni criminali prevalentemente orientati alla costruzione di canali di raccolta di gioco paralleli a quelli legali, con il chiaro fine di massimizzare i profitti illeciti. Le mafie, contrariamente a quanto sostenuto da una parte della più recente letteratura, non hanno infiltrato il mercato legale delle scommesse online bensì hanno progettato e costruito business completamente paralleli a quelli legali, che fondono reti territoriali e piattaforme online ubicate all’estero, e sui quali hanno realizzato profitti impensabili tramite l’infiltrazione del gioco legale e pubblico.
Inoltre, l’opera di riordino si inquadra nella cornice europea con l’esigenza di ricordare che la materia dei giochi non è “armonizzata” e ciò implica che ogni Stato dell’Unione conserva la propria discrezionalità nell’individuare le esigenze e gli interessi da tutelare in via prioritaria ed anche gli strumenti da introdurre a tal fine. La Corte di Giustizia Ue si è espressa più volte sul sistema normativo italiano e lo ha censurato per aver introdotto restrizioni eccessive alle libertà europee.
Gli effetti delle sentenze sono concreti e hanno ripercussioni sul mercato nazionale dei giochi, impattando sull’applicazione della normativa che sanziona i comportamenti illeciti e quindi sul corretto gioco della concorrenza. In particolare, aver introdotto ostacoli normativi all’ingresso di operatori esteri europei per la raccolta territoriale di giochi e scommesse ha determinato squilibri nell’offerta territoriale e la conseguente esigenza di porvi rimedio attraverso l’apertura del mercato ai soggetti discriminati.
Il Giudice dell’Unione ha più volte ricordato che gli Stati membri non possono introdurre restrizioni alla libertà di prestazione dei servizi che trovino la propria unica giustificazione nell’esigenza di incrementare le entrate erariali in quanto le normative nazionali restrittive devono tutelare gli interessi pubblici preminenti ovvero la salute pubblica, la sicurezza e l’ordine pubblico.
Ne deriva l’importanza di avviare un’opera di riordino organica e non “a fasi successive”: entrambe le due aree in cui si sviluppa l’offerta di gioco pubblico (canale fisico ed online) necessitano di un intervento di riforma unitario che tenga conto delle specificità di ogni segmento in un quadro di insieme.