Indagine Eurispes ‘Oltre il Covid-19. Gioco pubblico e dipendenze in Sardegna’. Fara (pres. Eurispes): “La nostra ricerca spero sia valutazione per dare spunti a decisori politici”. Tutti gli interventi

Si è svolta oggi pomeriggio la presentazione dell’indagine Eurispes ‘Oltre il Covid-19. Gioco pubblico e dipendenze in Sardegna’, realizzata in collaborazione con l’Assessorato regionale alla Programmazione e al Bilancio, in cui è stato illustrato lo stato dell’arte per il settore del gioco.

“Il nostro Istituto è molto attivo nell’isola. L’Eurispes guarda con grande attenzione alle dinamiche e le problematiche che si manifestano nella regione che spaziano sui più svariati temi. La funzione di un istituto di ricerca non è quella di sostituirsi ai decisori politici, ma è dimostrato che spesso una valutazione svolta da terzi può apportare dei benefici. La ricerca sul gioco pubblico nella regione che oggi presentiamo spero che sia un esempio in tal senso”, ha detto Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes.

“L’indagine ci dà l’opportunità di fare il punto su un settore che spesso non viene considerato dalla politica. In Sardegna abbiamo voluto occuparci della problematica della ludopatia anche mettendo a disposizione ulteriori fondi e dare interesse su tutte le sfaccettature del gioco pubblico e della ludopatia”, ha detto Piero Comandini (Vicepres. Cons. Reg. Sardegna). “Credo ci sia un problema normativo: non c’è uniformità in Italia e in Europa. La criminalità organizzata si è dimostrata specializzata nel diffondere il gioco illegale anche grazie alla semplicità di accedervi con l’online. Ritengo sia necessaria una normativa europea stringente per evitare un incremento di soggetti affetti da disturbo di gioco patologico. Inoltre, penso che debba essere fatta una forte azione di prevenzione anche e soprattutto attraverso l’informazione”.

De Donno (proc. Capo Brindisi), “Distanziometro sembra ridurre solo giocatori “sociali” non quelli problematici. Riduzione orari di gioco aumenta pulsione dei giocatori patologici”

“La ricerca fa luce sulla normativa regionale e alle sue conseguenze in merito all’offerta. Ciò che emerge è una scarsità dell’offerta socio-sanitaria di contrasto alla ludopatia e una forte espansione della criminalità organizzata nei confronti del gioco”, ha sottolineato Antonio De Donno, procuratore capo di Brindisi. “L’Eurispes si è fatta carico di istituire un tavolo permanente sul tema dei giochi. In particolar modo, la chiusura delle attività fisiche causate dal lockdown ha inevitabilmente incrementato i volumi di gioco dell’online e quello illegale. Per quanto riguarda le misure regionali che vengono prese in considerazione maggiormente, alla luce delle indagini di vari organismi, il distanziometro sembra ridurre solo i giocatori cosiddetti ‘sociali’ e non quelli problematici. Un’altra misura molto discussa è la riduzione degli orari che sembra invece generare una maggiore pulsione verso il gioco per coloro che lo vivono patologicamente. Il gioco illegale si stima che abbia un giro di affari pari a 20 miliardi di euro. Sembra sempre più necessaria un’armonizzazione delle norme anche per non svilire la professionalità dei circa 150mila lavoratori. Per quanto riguarda la Sardegna, la regione si colloca per spesa pro capite sul gioco nella fascia medio-bassa. La normativa regionale risale al 2019 ed è anch’essa basata sul distanziometro e i limiti orari e quindi è una normativa che contiene quei tratti problematici su elencati. Ricordando inoltre che in Sardegna sono impiegati 6.000 persone nel settore e una sua eventuale riduzione potrebbe creare un problema sociale. Attraverso l’attività investigativa è emerso l’interesse della criminalità organizzata che potrebbe approfittare della riduzione dell’offerta per coprire la domanda di gioco”.

Gioacchino Angeloni (Com. Reg. GDF Sardegna), “Con l’ingresso della legge regionale aumentate attività illecite”

“La Guardia di Finanza è preposta al contrasto delle attività illecite soprattutto quelle che tentano di inquinare i settori economici legali. Nei confronti del settore sono stati effettuati quasi 1.000 controlli all’anno e nel 2018 sono state elevate 78 sanzioni. Il trend pre-Covid era più o meno stabile”, ha dichiarato Gioacchino Angeloni (com. Reg. GDF Sardegna). Già nel 2019 si è avuto un leggero incremento delle attività illecite a seguito dell’ingresso della legge regionale. Il settore si presta, su tutto il territorio, all’infiltrazione delle criminalità organizzate che tentano di entrare nel sistema del circuito legale. In alcune zone della Sardegna si è riscontrato una maggiore possibilità di riciclaggio economico attraverso investimenti della criminalità. Ovviamente, con il periodo pandemico che stiamo vivendo si è avuto un aumento del gioco online e abbiamo riscontrato un rischio di eccesso di partecipazione vista la facilità con cui si può accedere all’offerta online, oltre ai soliti rischi che si corrono nella rete di vedere i propri dati personali o bancari rubati su siti esteri poco raccomandabili”.

Michele Giannarelli (ADM Sardegna), “Nostra attività è sia ispettiva sia di messa a disposizione dei dati sul gioco”

“Sono il responsabile dell’Ufficio Monopoli di ADM e ci occupiamo di tabacco e giochi. Credo sia necessario scambiare i dati per vigilare meglio sul settore e lo facciamo non solo con l’Eurispes, ma anche con le forze di polizia, la DNA e le prefetture”, ha sottolineato Michele Giannarelli, direttore ADM Sardegna. “La nostra attività non si attua solo nella fase ispettiva ma anche della messa a disposizione dei dati sul gioco. Mi riferisco in particolare agli applicativi SMART che è a disposizione di tutti gli enti territoriali che fa analisi statistiche su numerose varianti sul gioco. Tramite questo applicativo si possono fare delle analisi che sono molto importante ai fini operativi sia nella fase di prevenzione alla ludopatia che quella di contrasto al gioco illegale. Quest’anno abbiamo fatto 1.200 controlli, facendo 590 verifiche sul rispetto del divieto del gioco minorile. Il settore del gioco, a fronte dei 7 mesi di chiusura ha avuto comunque un alto volume di affari. Nei primi sei mesi 2020 la spesa effettiva in Sardegna è risultata sui 100 milioni di euro nonostante lo stop del gioco. Bisogna mantenere alta l’attenzione sull’infiltrazione della criminalità organizzata perché come ben sappiamo sanno sfruttare bene i momenti complicati dell’economia legale”.

“Per quanto riguarda il gioco pubblico credo che il lockdown abbia aggravato il problema della ludopatia data la facilità dell’accesso al gioco online. In Sardegna però siamo molto preparati in tal senso e continueremo ad investire su questa problematica”. E’ quanto ha dichiarato Mario Nieddu (Ass. Sanità).

Chiara Sambaldi (Dir. Oss. Gioco Eurispes), “Il nostro osservatorio ha sempre indicato soluzioni a tutela della salute e dell’occupazione”

“La ricerca di quest’oggi è un nuovo tassello sulle analisi sul gioco. I nostri studi si concludono spesso con una mancanza di comunicazione tra centro e periferia sul tema dei giochi. Anche in casi in cui è presente l’autonomia regionale la nostra visione è che debba esserci un intervento dell’amministrazione centrale che disegni un quadro di norme certe. L’effetto collaterale di questa questione ancora irrisolta è la presenza del distanziometro nella legge regionale del 2019, che noi abbiamo dimostrato essere uno strumento non valido. Infatti, alcune regioni stanno facendo dei passi indietro rispetto ad esso. L’alto livello di tecnicismo del settore non deve comportare un ostracismo da parte della politica. Il tema del gioco è indiscutibilmente un tema divisivo e complicato, ma l’osservatorio Eurispes ha sin dal principio indicato alcune soluzioni che prescindono da ideologie che vanno a tutela della salute e dell’occupazione”.

“Da psichiatra ho iniziato ad occuparmi 30 anni fa di alcolismo e ora mi occupo di quella legata al gioco”, ha dichiarato Graziella Boi (direttore DSMD). “Già nel 2018 si discuteva sulla validità di misure del distanziometro o limiti orari e ovviamente i dubbi c’erano perché molto spesso con i distanziometri le sale giochi finiscono nei quartieri più poveri. Nello stesso periodo abbiamo cominciato una grande iniziativa di informazione per i lavoratori del gioco pubblico che purtroppo è stata fermata dal Covid, ma ripartirà appena si potrà. Un altro punto di forza del nostro servizio è stata quello di evitare la stigmatizzazione dei luoghi. Il paziente viene preso in carico e cerchiamo di capire cosa c’è dietro quell’atteggiamento patologico. Spesso prendiamo anche in carico la famiglia che può essere utile per riuscire a riabilitare la persona affetta da disturbi patologici”.

Alberto Baldazzi (Vicedir. Eurispes), “Riduzione offerta di gioco sarebbe un vantaggio per la criminalità organizzata”

“Eurispes ha svolto numerose ricerche sul tema del gioco pubblico. Ha senso chiedersi se sia giusto o sbagliato il gioco quando c’è una domanda così alta? Io credo che si debba prendere atto della realtà e non portare avanti battaglie puramente etiche. La criminalità organizzata potrebbe trarre numerosi vantaggi se si dovesse ridurre l’offerta. Gran parte delle amministrazioni, con la bandiera della lotta alla ludopatia, stanno adottando politiche inconcludenti. Ciò è stato dimostrato da numerose nostre ricerche e nel 2018 anche l’Istituto Superiore della Sanità ha affermato che alcuni strumenti sono altamente contradditori. Il gioco deve essere normato a livello statale perché è un settore a riserva statale, mentre alle amministrazioni locali compete la lotta alle dipendenze che non riguarda solo quella del gioco, ma ce ne sono numerosissime. Ciò è dovuto da una diffusa fragilità antropologica. Dunque, deve essere potenziata l’offerta socio-sanitaria che riguarda tutti gli ambiti urbani e sub-urbani per fare prevenzione attraverso l’informazione già nelle scuole. Come dimostrato dai fatti, la riduzione dell’offerta favorisce la criminalità organizzata e non elimina i giocatori problematici con il conseguente danno erariale. Nel Lazio abbiamo fatto una ricerca che con il distanziometro a Roma la possibilità di insediamento di un’attività di gioco pubblico è dello 0,3%. Non siamo stati ascoltati e a giugno entrerà in vigore e verrà praticamente eliminata l’offerta di gioco pubblico. Un’altra tematica importante è quella del lavoro. I circa 200.000 lavoratori del gioco legale sono visti come soggetti che operano nel settore losco. Questo è drammatico. Il bingo, il gioco più sociale di tutti, dà occupazione a 10.000 persone in maggioranza donne. Non possiamo ghettizzarli. Questi soggetti meritano il rispetto come tutti gli altri lavoratori. Questa fase di chiusura potrebbe essere utilizzata per fare una rimodulazione che punti su un’alleanza tra concessionari e lavoratori che dal punto di vista della legalità e sanità rappresenti un presidio maggiore in entrambi i sensi”. ac/AGIMEG