dai nostri inviati a Salerno – “In Italia ci sono 54mila tabaccherie disposte sul territorio nazionale, con una normativa molto stringente. Per noi il distanziometro rappresenta un pericolo che non può essere evitato, in quanto rispetto ad altre attività non abbiamo possibilità di trasferirci”. E’ quanto ha dichiarato all’Università di Salerno Emilio Zamparelli, vice presidente nazionale STS-FIT, nel corso della tavola rotonda dal tema “Dalla modernizzazione al proibizionismo: la marcia indietro del gioco pubblico”.
“L’indagine dell’ISS ha dimostrato che gli italiani preferiscono giocare in tabaccheria, ma soprattutto che il gioco sano si sviluppa nei nostri locali. Chi va in tabaccheria è perché è un luogo molto frequentato, le persone che giocano da noi sono soggette a controlli, mentre il ludopatico preferisce giocare fuori da casa. La tabaccheria invece è luogo di prossimità”.
“Sul distanziometro la nostra attenzione è molto alta: in questo momento è difficile avere rapporti con la politica, per una serie di preconcetti, ma dobbiamo tenere conto che la distanza è un grosso pericolo. Le tabaccherie non possono essere trasferite, siamo soggetti a distanze che ci impediscono il trasferimento per non essere vicino ad altre tabaccherie. Le
nostre sono attività familiari, il 50% del nostro reddito deriva dal gioco, la normativa delle distanze rappresenta un colpo mortale per l’intera categoria, non è semplice sostituire il gioco in momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo. Sul tema l’attenzione è molto alta. In Calabria abbiamo rappresentato le nostre istanze e in questa regione le tabaccherie sono state escluse dal distanziometro: questo rappresenta un punto di partenza per evitare danni mortali all’intera categoria”, ha concluso Zamparelli. lp/AGIMEG