Speciale Emilia Romagna, Martina Bancalà (titolare sala scommesse Bologna) ad Agimeg: “Costi per delocalizzazione altissimi, Legge regionale danneggia non solo chi lavora in sala, ma anche la sua famiglia”

“Se le cose fossero state chiare dall’inizio avremmo fatto in modo di avere un locale a norma secondo la visione della Regione. La normativa regionale sul gioco per noi è stata disastrosa, ha avuto un impatto devastante: siamo riusciti a restare aperti fino a dicembre 2019, ora siamo chiusi in attesa delle sentenze”. E’ quanto ha dichiarato al direttore di Agimeg, Fabio Felici, Martina Bancalà, titolare di un’agenzie di scommesse Goldbet a Bologna, chiusa per gli effetti del distanziometro. “La cosa sconvolgente è che quando siamo andati a chiedere informazioni prima di aprire la sala, tanti Comuni dell’Emilia Romagna non sapevano come muoversi, non conoscevano le disposizioni della legge regionale e ci hanno detto che avremmo potuto aprire senza problemi. Alla fine l’abbiamo aperta vicino alla stazione di Bologna, ma ne abbiamo una anche a Ferrara. In molti pensano che una sala scommesse sia frequentata da brutta gente, invece siamo una famiglia, ancora oggi a quasi un anno dalla chiusura mi chiamano per sapere come va. Ora stiamo delocalizzando a Borgo Panigale, ma i costi di apertura della nuova sala sono impressionanti. Delocalizzare una sala scommesse significa pagare il locale, l’agenzia, le caparre, gli affitti anche se non possiamo aprire immediatamente, il solo cambio di destinazione d’uso costa 28 mila euro, senza contare la parcella per il commercialista e il geometra. Dobbiamo rifare una sala da capo – impianto elettrico, arredamento, bancone, pavimento – con la speranza di riuscire a riaprire entro sei mesi. Tra i costi – sottolinea Martina – ci sono anche i mancati incassi: l’agenzia infatti è chiusa da un anno, ma io continuo a pagare le spese. Ad oggi sto pagando 3 affitti, quello della nuova sala, quello della sala di Ferrara chiusa per Covid e quello di Bologna. Tra l’altro quando abbiamo aperto per la prima volta, abbiamo dovuto pagare 60 mila euro per la licenza più ulteriori 30 mila euro di lavori. Ora che devo delocalizzare chi mi aiuta? Il Comune mi chiude, ma per poter riaprire in un’altra zona mi chiede 28 mila euro per il cambio di destinazione d’uso. Sono arrabbiata, demoralizzata e delusa. Inoltre le banche non ci aiutano, non ci fanno finanziamenti per una questione etica. Mi dispiace molto per i miei genitori, che per aiutare me e mio fratello ad avere un futuro sereno hanno utilizzato i risparmi di una vita, ma ora per colpa della Legge Regionale non riusciamo a sdebitarci, anche se indirettamente questa legge regionale ha danneggiato anche loro”, ha concluso. cr/AGIMEG