ELEZIONI COMUNALI 3-4 OTTOBRE: ecco cosa pensano del settore del gioco pubblico i candidati sindaci nella principali città

Con i nuovi problemi legati alla pandemia, che si sommano a quelli tradizionali (trasporti pubblici, gestione dei rifiuti, decoro urbano e così via…), i candidati sindaci che si sfideranno nelle elezioni del 3 e del 4 ottobre dedicano poco spazio al settore del gioco legale. E questo nonostante diverse Regioni abbiano messo in discussione le norme restrittive adottate in passato. Non si tratta di un mero dibattito in corso, molte Regioni hanno già modificato le leggi sul gioco: e questo vuol dire che i Comuni – visto che in materia traggono i propri poteri dalle leggi regionali – hanno dovuto modificare regolamenti ed ordinanze, o le hanno viste cadere.

Al voto andranno 1.162 Comuni e tra questi ci sono anche i capoluoghi delle Regioni in questione. A inizio estate il Piemonte ha approvato una nuova legge sul gioco patologico, mentre il Lazio – più o meno nello stesso periodo – ha fatto slittare di un anno l’entrata in vigore del distanziometro. In Emilia Romagna, invece, gli operatori del settore sono scesi in piazza più volte per manifestare contro la legge sul gioco: il Consiglio Regionale tuttavia ha bocciato l’emendamento che allentava le restrizioni. La Campania aveva già modificato la legge regionale nel 2020 adottando un distanziometro meno rigido ed abrogando di fatto tutte le norme comunali più restrittive.

Napoli

Il capoluogo campano affronta una delle situazioni più delicate per quanto riguarda il gioco. La legge regionale approvata dalla Campania nel 2020 ha infatti dato ai Comuni i 90 giorni per mitigare le restrizioni. Una volta scaduto il termine, le norme comunali sono decadute e si applica direttamente la nuova legge regionale. È esattamente quello che è successo a Napoli, come ha avuto peraltro modo di rilevare il Tar Campania con due sentenze dello scorso gennaio.

Tornando alla corsa per la poltrona di primo cittadino, in campo ci sono sette candidati. Il favorito sembra essere Gaetano Manfredi, che corre per il centrosinistra ed il M5S. Ex-ministro dell’università e della ricerca – e rettore dell’Università degli studi di Napoli Federico II – non ha diffuso in rete un programma ufficiale e, per quanto riguarda il settore del gioco in particolare, non risulta che abbia assunti una posizione particolare. Il maggiore antagonista è Catello Maresca del centrodestra. Prima di candidarsi, ha lavorato presso la Direzione Distrettuale Antimafia e come sostituto procuratore presso la Procura Generale di Napoli. Ha così avuto modo di condurre una serie di inchieste contro le organizzazioni criminali. Si è anche occupato degli interessi delle mafie nel settore del gioco, si ricorda in particolare l’operazione New line. Nessuna posizione ufficiale sul gioco nemmeno da parte di Antonio Bassolino (Azione e liste civiche), già sindaco di Napoli per due mandati, dal 1993 al 2000. Alessandra Clemente (area de Magistris, Prc, Potere al Popolo) è assessore alle Politiche Giovanili della giunta uscente e ha sostenuto diverse iniziative di sensibilizzazione sulla ludopatia.

Torino

A Torino si sfidano 13 candidati. Secondo i sondaggi i favoriti sono Paolo Damilano per il centrodestra e Stefano Lo Russo per il centrosinistra. Molto staccati gli altri candidati, a iniziare da Valentina Sganga che corre per il Movimento5Stelle (e per Europa Verde), dopo che Chiara Appendino ha rinunciato a competere per il secondo mandato. La nuova legge regionale è stata approvata a luglio ed i candidati sindaci hanno spesso preso posizione nell’accesissimo dibattito che ha caratterizzato i lavori. Damilano ha detto “Sono contro il gioco” ma ha anche mostrato segnali di apertura: “Se ci sono imprenditori che hanno speso dei soldi, non possiamo bloccarli”. Nel programma elettorale non affronta la questione. Per Lo Russo “rimuovere le limitazioni vuole dire esporre le persone più fragili al rischio della ludopatia” e “la legge del 2016 era stata votata all’unanimità da maggioranza e opposizione, e ha dato ottimi risultati. Lo dicono gli operatori sul territorio e le associazioni che si occupano delle dipendenze, non si può tornare indietro”. Nel programma comunque non annuncia nessun intervento. Anche Sganga ha criticato le nuove norme e ha accusato la Lega di aver “smantellato la legge contro il gioco d’azzardo patologico”.

Roma

Gli aspiranti sindaco in corsa sono ventidue. Al momento i sondaggi danno in testa Enrico Michetti del centrodestra, seguito da Roberto Gualtieri del PD. Distanziata la sindaca uscente Virginia Raggi, che comunque resta in partita. Michetti non ha finora preso posizione sul gioco. In passato ha diretto alcune riviste – ‘La gazzetta amministrativa’ e il ‘Quotidiano della P.A.’ – che si occupavano di pubblica amministrazione e quindi hanno dedicato alcuni articoli al braccio di ferro tra Stato e Enti locali. Nemmeno Gualtieri – da candidato a sindaco – ha preso posizione sui problemi legati al gioco e nel programma elettorale non affronta il tema. Come ex-ministro dell’Economia nel Governo Conte 2 (da settembre 2019 a febbraio 2021) ha portato avanti il dibattito per la riforma del settore. Del resto nel corso del mandato ha anche dovuto prorogare le concessioni – constatando l’impossibilità di svolgere le gare per assegnare le nuove – l’ultima per il bingo è arrivata con la Legge di Bilancio 2021. In alcune occasioni, però ha anche inasprito il prelievo fiscale, con la legge di Bilancio 2020 ad esempio ha rivisto il Preu sugli apparecchi (e abbassato la quota di vincite) e la tassa sulle vincite. La sindaca uscente Virginia Raggi nel primo mandato ha sempre criticato il settore del gioco e ha promosso il regolamento e l’ordinanza sulle fasce orarie. Raggi non ha commentato in prima persona la proroga del distanziometro – fino a agosto 2022 – votata dal Consiglio Regionale del Lazio.

Nelle ultime ore alcuni candidati sindaci della Capitale – Virginia Raggi (M5S), Roberto Gualtieri (PD), Monica Lozzi (REvoluzione Civica), Margherita Corrado (Attiva Roma), Fabiola Cenciotti (Il popolo della famiglia) e per il Partito Gay, Fabrizio Marrazzo, che ha delegato Maurizio Regosa – hanno siglato il protocollo ‘Roma Senza Mafie’, promosso da Associazione daSud e Avviso Pubblico. Tra i dieci i punti programmatici figura anche il contrasto del gioco d’azzardo. Nello specifico, è prevista la mappatura dei luoghi sensibili in vista dell’entrata in vigore del ‘distanziometro’. Il protocollo impegna ogni candidato ad approvare almeno tre dei dieci punti previsti dal protocollo entro i primi cento giorni di mandato. Altri quattro punti dovranno essere realizzati entro il primo anno, mentre i restanti nel corso della consiliatura. Ricordiamo che l’attuale sindaco Virginia Raggi si è più volte scagliata contro il settore del gioco, proponendo pubblicazioni, incontri ed imponendo orari di apertura molto restrittivi alle sale giochi della Capitale.

Milano

In corsa ci sono 13 candidati, ma il sindaco uscente Beppe Sala potrebbe addirittura essere riconfermato al primo turno. Per quanto riguarda il settore del gioco, le norme comunali risalgono al 2014 e vennero adottate dalla giunta Pisapia. Sala non affronta la questione di distanze e fasce orarie nel programma elettorale e di recente non ha fatto alcuna dichiarazione che riguardi il settore. Una posizione la espresse quando correva per il primo mandato: “E’ un problema importante che va contenuto, facendo rispettare maggiormente le norme che ne regolano l’accesso: come il divieto di gioco ai minori e l’impossibilità di aprire nuove sale gioco vicino a luoghi sensibili, quali le scuole e le aree verdi. Le norme locali però, seppure stringenti, posso diminuire il fenomeno, ma per affrontarlo in maniera sistematica occorre un ripensamento livello nazionale su questo tipo di giochi che producono spesso ingenti danni sociali”, disse all’epoca. Lo sfidante più accreditato è Luca Bernardo del centrodestra. Primario di Pediatria dell’ospedale Fatebenefratelli, Bernardo in passato ha lanciato più volte l’allarme sul gioco minorile e le sue dichiarazioni sono state anche riportate nel dossier ‘Azzardopoli’ di Libera. Di recente non ha però espresso nessuna posizione. Non ha preso posizioni sul gioco nemmeno Layla Pavone, candidata del M5S.

Bologna

A contendersi la poltrona di primo cittadino ci sono 8 candidati, ma Matteo Lepore (sostenuto dal centrosinistra e dal M5S) viene dato come largamente favorito, tanto che potrebbe essere eletto direttamente al primo turno. Nel programma si schiera apertamente contro il settore del gioco e annuncia: “Renderemo Bologna una città slot free, promuovendo azioni di sensibilizzazione e promozione di reti che coinvolgano cittadini, associazione e commercianti, nella sensibilizzazione contro l’installazione delle slot negli esercizi commerciali cittadini”. Il principale avversario è Fabio Battistini del centrodestra, che sul tema del gioco in particolare non sembra aver preso posizioni esplicite. lp/AGIMEG