EGP-Fipe, convegno “Il futuro del gioco pubblico si costruisce con regole condivise”: tutti gli interventi

Si è tenuto questa mattina l’evento Il futuro del gioco pubblico si costruisce con regole condivise, promosso da EGP-Fipe, un’occasione di confronto tra istituzioni, forze dell’ordine, esperti e rappresentanti delle associazioni di settore sul tema della regolazione del gioco legale.

Ad aprire il dibattito è stato l Colonnello della Guardia di Finanza del Comando di Milano, Nicola Russo: “Ringrazio gli organizzatori dell’evento che mi danno la possibilità di esprimere il lavoro che svolge il corpo per la tutela della legalità nel settore del gioco pubblico. L’azione della Guardia di Finanza ha una duplice veste: la prima è a tutela del gettito erariale l’altra è rivolta al consumatore, sia per la tematica sanitaria sia per le fasce d’età più vulnerabili come i minori”.

“L’economia legale del gioco si sta evolvendo e di contraltare sta cambiando anche il mercato dell’illegalità. Il presidio della GdF vale anche per l’antiriciclaggio perché il gioco illegale fornisce fonti e denaro per chi è dedito a questa attività. Negli anni ci siamo strutturati con piani d’intervento sia locali sia nazionali che vengono espletati in maniera autonoma dai reparti o in collaborazione con ADM. Nell’ultimo biennio ci siamo dotati anche di banche dati che analizzano i rischi di fenomeni di illegalità. L’azione del corpo in questo settore è sotto una particolare attenzione, come dimostrano anche i dati rivelati in occasione del 251esimo anno della GdF”.

Successivamente ha preso la parola il Direttore UO Lombardia “Promozione della Salute Corrado Celata: “Il gioco rappresenta un mercato molto importante sotto il punto di vista economico, ma allo stesso tempo il prodotto venduto può avere degli effetti negativi. Il gioco d’azzardo, a mio avviso, assomiglia molto all’alcol e quindi va tenuto sotto particolare attenzione. Dobbiamo tentare di ridurre l’offerta e la domanda di gioco e fare in modo che le politiche attive siano coerenti. L’avvento del gioco online ha influenzato il mercato del gioco e implica un’evoluzione dei messaggi: per il gioco online le distanze fisiche non sono attuabili, quindi vanno trovate nuove soluzioni. Affinché questo approccio funzioni occorre ‘onestà intellettuale di tutti gli attori in gioco. Ciò che stiamo cercando di fare e quello di non abbandonarci a dei giochi di posizione, ma trovare la corretta mediazione tra tutti gli interessi”.

“In questo ecosistema, il rischio è quello di pensare che fenomeni complessi possano essere affrontati con risposte semplici. Non so se ciò che abbiamo fatto in Lombardia con le politiche attive sia stato sufficiente a confrontarsi col fenomeno attuale, ma mi rendo conto che sono sempre più necessari strumenti innovativi e strategie dedicate ai vari target di popolazione”.

Giovanni Kessler Magistrato

Giovanni Kessler (ex Dir. ADM) ha dichiarato: “La sicurezza e la legalità è nell’interesse dei concessionari di gioco. Da questo punto di vista non ci sono differenze di interessi. Per esempio, le imprese legali sono quelle più impattate dal gioco illegale. Il gioco fisico è stato più colpito da delle limitazioni normative locali attraverso le distanze e le fasce orarie. Fino ad ora si è agito solo considerando il gioco come un male necessario da limitare. Tuttavia, questo tipo di approccio non ha funzionato molto, quindi bisogna trovare delle alternative. Le ricerche scientifiche ci dicono che il giocatore compulsivo non viene limitato da questo di norme. Grazie alla tecnologia, si può rendere il gioco intrinsecamente sicuro per il giocatore, riuscendo innanzitutto a garantire automaticamente l’interdizione ai minori, ma soprattutto sarebbe possibile per la macchina riconoscere quando il giocatore sta giocando in modo compulsivo e possono porre delle azioni concrete. La tecnologia renderebbe possibile questo, ma sono necessarie delle leggi adeguate”.

“Quando si legifera bisogna tenere presente la realtà dei fatti e conoscere che quando si interviene su un gioco si influenza tutto l’ambiente di gioco. Il gioco attraverso gli apparecchi è stato quello più regolamentato anche perché prima era quello più diffuso. E, come dicevo prima, la tecnologia consente a questo tipo di gioco di essere sicuro e non dare dipendenza. Dunque, in questo caso non si fa riferimento solo alla responsabilità personale degli individui. L’Intelligenza Artificiale ormai sa riconoscere il gioco compulsivo ed agire in modo celere. Tecnologicamente è già possibile farlo, ma l’industria richiede l’intervento del legislatore. Inoltre, non si può pensare solo a questo tipo di gioco, tralasciando tutti gli altri. Aggiungo, che non il legislatore non può trattare allo stesso modo tutti i giochi senza tenere conto dei rischi e della loro pericolosità intrinseca. Se non dovesse esserci questa valutazione potrebbero crearsi delle storture importanti”.

Emanuele Monti, Presidente della Commissione Welfare del Consiglio Regionale Lombardia ha detto: “Negli ultimi 10 anni, nonostante le varie limitazioni, il gioco non è diminuito grazie alla grande crescita dell’online. La Legge Delega mi sembra che abbia preso atto della situazione in corso e voglia intervenire in modo coerente con le necessità attuali. Per noi, con la nuova legge in discussione in Lombardia, sarà fondamentale puntare sulla formazione, oltre che l’adozione degli strumenti tecnologici. Inoltre, sarà importante potenziare i centri d’ascolto per le persone affette da ludopatia che, molto spesso, è solo una delle dipendenze in cui cade una persona. Nella legge si era puntato sul marchio “No Slot”, ma in Lombardia ce ne sono solo 38, quindi è evidente che questa iniziativa vada rinnovata. In più, non si può nascondere che c’è il tema della grande crescita del gioco online che non può essere sottovalutata”.

“Il percorso di audizioni e confronti in Regione Lombardia ha portato luce su questo settore e credo che dopo 10 anni che è in vigore la legge regionale è necessario un rinnovamento. Inoltre, non va sottovalutata l’importanza del gettito erariale derivante dal gioco e credo che, su questo tema, una compartecipazione sarebbe auspicabile poiché in questo modo i soldi potrebbero essere spesi meglio. Mi assumo l’impegno che appena la norma nazionale sarà fatta, sarà messo all’ordine del giorno anche in Regione Lombardia per attuarla nel migliore dei modi”.

Infine è intervenuto Luciano Gualzetti, Direttore della Caritas Ambrosiana, che ha dichiarato: “La Caritas vede questo fenomeno dal punto di vista delle persone che rimangono intrappolate in una vera e propria dipendenza. Questi soggetti non vengono da noi per curarsi, ma per problemi economici. Come dico sempre, il gioco è una causa e, allo stesso tempo, un effetto dell’impoverimento della società. Molte persone infatti tentano di risolvere i problemi economici proprio attraverso il gioco. Abbiamo notato che il sistema gioco fatto da concessionari che ormai sono multinazionali, giustamente, mira ad attirare sempre più clienti offrendo i giochi più vari e il volume del giocato lo dice chiaramente. Bisogna riconoscere che la gran parte gioca in maniera normale, ma va anche detto che il 20% dei giocatori (che sono quelli problematici o dipendenti) garantiscono l’80% delle entrate delle aziende di gioco. A mio avviso è scorretto parlare anche di gioco responsabile poiché prevede, come metodo principale, che siano le persone ad autocontrollarsi. Il fenomeno va affrontato con realismo perché al momento sta sfuggendo di mano”.

“I dati preoccupano e dobbiamo affrontarli nella loro complessità. Il nostro obiettivo non è vietare, ma anzi sono molto interessato a capire come sia possibile rendere i giochi sicuri e come, eventualmente, ci si dovrà comportare con i giochi che non saranno ritenuti sicuri. Il mio timore è che i legislatori arrivino sempre troppo tardi rispetto all’evoluzione del mercato. A mio avviso le priorità devono essere chiare: in primis c’è la tutela della salute, poi il gettito erariale e infine l’interesse delle imprese. Con questa scala di priorità potremmo muoverci correttamente”. ac/AGIMEG