Disturbo da gioco d’azzardo, Martinotti (SIPS): “Operatori facciano la loro parte nella prevenzione, serve sinergia tra concessionari e sanità pubblica”

Il disturbo da gioco d’azzardo patologico è un tema di grande importanza per il settore del gioco, che coinvolge anche gli operatori, le associazioni e le istituzioni, oltre che i rappresentanti della sanità pubblica italiana.

Giovanni Martinotti (SIPS – Società Italiana di Psichiatria Sociale) è il coordinatore del Protocollo di intesa per lo sviluppo di iniziative scientifiche per la prevenzione ed il contrasto al disturbo da gioco d’azzardo, sottoscritto insieme ad Acadi. “Il disturbo da gioco d’azzardo è una dipendenza, da considerare come tale anche a livello di politiche di sanità pubblica. Più del 50% degli italiani ha giocato d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno, è verosimile stimare le persone con un disturbo da gioco d’azzardo tra lo 0,5% e lo 2,2% dell’intera popolazione italiana”, le sue parole a Panorama Sanità.

“Utile sarebbe implementare gli ambulatori di presa in carico destinati specificatamente alle persone che soffrono di disturbo da gioco d’azzardo, così da poter fornire un setting più adeguato e meno stigmatizzante degli attuali SerD”, ha proseguito, per poi soffermarsi sul tema della prevenzione.

“Molto deve essere anche fatto sulla prevenzione – le parole di Giovanni Martinotti – E per fare questo è prima di tutto il gioco legale che deve venire in aiuto e fare la sua parte. Tutte le migliori politiche di prevenzione e di riduzione del danno legato al disturbo da gioco d’azzardo, infatti, chiamano in causa la sinergia tra concessionari di gioco e politiche di sanità pubblica. Regolamentazione efficace, politiche che garantiscano la sicurezza pur consentendo il gioco, tutela dei minori. In modo che il gioco possa svolgersi nella maggior sicurezza possibile per gli utenti, senza andare incontro a proibizionismi o censure”.

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