Ha del paradossale la vicenda di un imprenditore del settore del gioco della Valle d’Aosta che da diversi anni sta conducendo battaglie legali contro la Regione, il Comune di Aosta a seguito dei provvedimenti di chiusura dei due locali di gioco a causa delle limitazioni spaziali introdotte dalla normativa regionale del 2017.
“Sono un imprenditore della Valle d’Aosta impegnato nel settore del gioco da tantissimi anni. Purtroppo, a seguito dell’entrata in vigore della Legge regionale sul gioco nel 2017 che ha introdotto le distanze minime dai luoghi sensibili di 500 metri in linea d’aria, è iniziato un vero e proprio calvario per la mia attività. Infatti, nel 2019 il Consiglio regionale ha deciso di anticipare i tempi previsti (inizialmente la data era fissata a gennaio 2023) dalla nuova normativa obbligando alla immediata rimozione degli apparecchi da intrattenimento nei locali che non rispettavano la disciplina del distanziometro. La cosa paradossale è che nello stesso periodo in cui venivano rimossi tali apparecchi il Casinò de la Vallée aumentava il suo parco macchine e ha incassato 4,4 milioni di euro solo nei primi due mesi dell’anno, come sottolineato da un articolo di AostaSera del 3 marzo 2024. La conseguenza di tali provvedimenti sono state le revoche delle licenza per diversi miei clienti e per uno dei miei locali costringendomi di fatto a mandare a casa, di punto in bianco, numerosi dipendenti che lavoravano nella mia azienda da moltissimi anni”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg l’imprenditore valdostano, Gianluca Mancuso.
“L’unico locale che si era salvato da questo primo intervento è situato vicino l’ingresso dell’autostrada e lontano da qualunque luogo sensibile. Però dopo la richiesta della licenza di raccolta di gioco da parte di altri soggetti in quella zona sono scattate ulteriori verifiche e sono emersi alcuni dei cosiddetti ‘luoghi sensibili’ preesistenti, cosa non vera perché sia le palestre che la scuola di ballo hanno aperto dopo la mia sala dedicata. Nonostante questo però – prosegue Mancuso – ho perso sia il ricorso al Tar sia al Consiglio di Stato che proprio lunedì ha emesso la sentenza. Ciò ha gravi ripercussioni anche a livello finanziario perché ho un mutuo sulle spalle per quel locale e confidavo che non venisse revocata anche questa licenza poiché non vi era alcun motivo in tal senso”.
“Sono diversi anni che combatto legalmente per far luce su questa storia. Mi sono mosso in tutte le sedi possibili e mi sono rivolto persino alla Corte dei Diritti dell’Uomo. Ho presentato un ricorso al Presidente della Repubblica ma non ho avuto risposta. Stessa sorte è toccata ad un esposto alla Procura contro il Comune di Aosta, la Regione Valle d’Aosta. L’unica risposta è stata una denuncia che ha avviato delle indagini contro la mia persona in cui venivo accusato di corruzione. Ovviamente è stato archiviato, ma ho avuto gravi ripercussioni personali e familiari”.
“Sembra che la Regione Valle d’Aosta non faccia parte dell’Italia e che sia un mondo a sé stante poiché sono in atto delle limitazioni eccessive in un periodo in cui sembra che si stia andando verso un’armonizzazione della normativa nazionale sul gioco. In una Regione che ospita uno dei pochi casinò in Italia è irragionevole constatare che alcuni Comuni vietino l’apertura di sale giochi nel proprio territorio o, attraverso provvedimenti espulsivi, limitino oltre il dovuto tali attività. Ad esempio, il distanziometro a 500 metri in linea d’aria ad Aosta ha un chiaro effetto espulsivo per l’offerta legale. Mi sembra un accanimento surreale e che tutto ciò abbia il fine di tutelare solo il casinò senza pensare al tessuto economico che viene lasciato indietro. Trovo che sia anche uno strano modo di raggiungere l’obiettivo prefissato della lotta alla ludopatia, poiché da una parte vengono limitati i privati mentre dall’altra si lascia totale campo libero”. ac/AGIMEG