Tar Emilia: anche i Ctd sono tenuti a rispettare il distanziometro, e i Comuni possono chiudere quelli non in regola

“Non si vede per quale ragione” i Ctd che non hanno aderito alla sanatoria “non dovrebbero essere tenuti, al pari” di quelli che hanno aderito “a rispettare le disposizioni contenute nella Legge Regione Emilia-Romagna. n. 5/2013”, e in particolare il distanziometro. LO scrive il Tar Emilia Romagna nella sentenza con cui respinge il ricorso intentato dal titolare di un internet point contro l’ordine di chiusura emesso dal Comune di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza. Il centro era infatti aperto in prossimità di diversi luoghi sensibili. L’internet point non aveva aderito appunto alle sanatorie dei Ctd, ma aveva adempiuto in pieno alle previsioni del comma 644 della Stabilità 2015 (la procedura dettata per i centri non sanati), anche se poi non aveva ottenuto nessuna autorizzazione dalla Questura competente. Nel centro non erano istallate slot e vlt, ma il Collegio sottolinea anche che le Regioni – come riconosciuto anche dalla Corte Costituzionale – hanno pieno diritto di contenere la diffusione non solo delle sale slot, ma anche delle agenzie di scommesse: “la chiusura di una sala scommesse ben può essere disposta per ragioni diverse da quelle afferenti l’ordine pubblico e concernenti, invece, la tutela della salute, e, conseguentemente, da Amministrazioni diverse da quelle statali, ossia i Comuni delegati dalle Regioni” si legge infatti nella sentenza. gr/AGIMEG