Online, Cassazione: “Titolare sala non può invocare buona fede, se istalla totem che funzionano con smart card”

LA Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha respinto due ricorsi contro le sentenze della Corte d’Appello di Bari che condannavano i titolari di sale da gioco per raccolta non autorizzata di giochi e scommesse. Come emerso da una serie di testimonianze, all’interno dei locali erano stati istallati alcuni computer che “attraverso una smart card munita di apposito chip, consentivano l’accesso al sito PlayNetIsland e, quindi, anche di giocare d’azzardo tramite il sito Internet “Switch.Poker.conn”, il quale figurava tra i siti oggetto di inibitoria da parte dell’amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato giacché privo della prescritta autorizzazione”. I titolari delle sale avevano provato a sostenere di essere in buona fede, dal momento che non conoscevano la normativa in materia e che i computer in questione venivano “distribuiti da una società che era titolare di concessione da parte dell’Amministrazione dei Monopoli di Stato”. Una tesi che però la Corte d’Appello aveva già respinto: i ricorrenti – vista l’attività svolta -dovevano conoscere la normativa in materia; inoltre non si poteva pensare che i computer fossero legali, visto il particolare modo con cui funzionavano (era necessario utilizzare “apposite smart card munite di chip con la denominazione PlayNetIsland solo attraverso le quali, mediante collegamento via Internet, si accedeva al sito non riconosciuto”). Per la Cassazione, “Il ricorso è inammissibile perché manifestamente infondato, aspecifico e sollevato nei casi non consentiti”. rg/AGIMEG