Giochi, Cassazione respinge ricorso contro detenzione in carcere: “Non ammesso rinvio pena per cura ludopatia”

La cura della dipendenza da gioco d’azzardo non può portare al differimento della detenzione in carcere. Con questa motivazione la Corte di Cassazione ha respinto un ricorso contro l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Roma, che ha dichiarato “inammissibili le istanze, proposte dal condannato, di differimento dell’esecuzione della pena per le gravi condizioni di salute e di ammissione all’affidamento in prova al servizio sociale o di detenzione domiciliare. Quanto alla prima richiesta, oltre a non essere stata presentata formalmente con atto apposito, il Tribunale rilevava che le argomentazioni incentrate sullo stato di salute del condannato, desunte dalla domanda di misure alternative, non integravano i requisiti per disporre il chiesto differimento non dando conto di una infermità derivante da grave patologia fisica”. Per la difesa del il Tribunale di Sorveglianza avrebbe “omesso di esaminare la documentazione attestante il disturbo dell’attenzione e l’ancor più grave sindrome da gioco d’azzardo, diagnosticati sin dal 2011, i certificati attestanti la costante e la proficua partecipazione a percorsi terapeutici”, così come il parere di un esperto della dipendenza da gioco d’azzardo, che “aveva attestato la necessità per il condannato di proseguire il percorso terapeutico in atto al di fuori di struttura carceraria”. Per la Cassazione “l’orientamento interpretativo costante espresso da questa Corte afferma che non è ammesso il rinvio dell’esecuzione della pena nei confronti di chi sia affetto esclusivamente da disturbi psichici o anche da patologia psichiatrica, che non determinino altresì una grave infermità fisica non trattabile adeguatamente in ambiente carcerario”. cr/AGIMEG