Distanze, avv. Benelli: “La sentenza sulla discoteca rischia di produrre una mappatura al contrario”

Non sono solamente le sale da gioco a dover rispettare le distanze dai luoghi sensibili, ma anche questi ultimi non possono aprire se troppo vicini a slot e agenzie di scommesse. O in altre parole, “il rispetto della distanza minima deve essere reciproco”, come ha detto la settimana scorsa il Tar Toscana dando ragione al Comune di Casciana Terme Lari che aveva bloccato l’apertura di una discoteca, proprio perché nelle vicinanze già c’era una sala da gioco. Agimeg è tornata sulla questione, interpellando l’avvocato Cino Benelli, da tempo impegnato sulla questione dei distanziometri, e che in questo caso difende però la discoteca.

newsLeggendo questa sentenza si rimane interdetti. Da un lato il ragionamento ha la sua logica, dall’altro sembra un risvolto paradossale del distanziometro. Qual è stata la sua prima reazione?

E’ la prima volta che viene affermato il principio di reciprocità delle distanze pur in presenza di un regolamento locale che riferisce espressamente il distanziometro soltanto alle attività di gioco. Fino a questo momento la giurisprudenza aveva affermato il principio opposto, dando sempre prevalenza alla tutela del “luogo sensibile” addirittura in grado (come in Emilia Romagna) di determinare la cessazione degli esercizi preesistenti al suo insediamento. Il problema è che ormai gli esercizi di gioco vengono percepiti dalla collettività – non solo per effetto della pressione mediatica, ma anche della politica espansiva incontrollata dello scorso decennio – non come un presidio dello Stato contro il gioco illegale (oltre ad essere fonte di introiti per il pubblico Erario), ma come un industria insalubre e, pertanto, i Giudici finiscono per affermare un principio scontato: sarebbe mai possibile consentire l’apertura di una discoteca o di un asilo in prossimità di un’azienda che produce veleni tossici? E’ vero, non l’effetto espulsivo ma questo è l’autentico crash del distanziometro.

Gli operatori hanno sempre chiesto cosa succede alle sale, se nelle vicinanze viene aperto un luogo sensibile. Si può dire che questa sentenza sia destinata a fare scuola, a risolvere il dubbio?

Credo che questa sentenza alimenti ulteriori dubbi piuttosto che risolverli. E’ evidente che rischia di determinare un contenzioso potenzialmente infinito tra esercizi di gioco e luoghi sensibili che non credo francamente giovi a nessuno. Si tratta di attività che possono pacificamente coesistere se entrambe sono in regola con la normativa vigente. In Emilia Romagna, vale invece il principio del mors tua vita mea: molti esercizi di gioco riescono a sopravvivere soltanto cercando di dimostrare che il luogo sensibile non è conforme alla normativa vigente e che, pertanto, non potrebbe essere tutelato (ad esempio, in quanto non conforme alla normativa edilizia e urbanistica). Il distanziometro è fonte di conflitti sociali destinati ad aumentare. A chi giova tutto questo?

Anche perché la conseguenza estrema di questa sentenza è di creare il deserto intorno alle sale già esistenti. Se pensiamo alle periferie delle città, questo potrebbe paralizzarne lo sviluppo…

La sentenza rischia in effetti di determinare una mappatura al contrario: se è vero quello che dice il TAR Toscana, i Comuni dovrebbero censire gli esercizi di gioco ed inibire l’apertura di luoghi sensibili. In questo modo verrebbero ad essere paralizzate anche attività socialmente utili. E’ l’implosione del distanziometro.

Il luogo sensibile in questione era una discoteca, ma sarebbe cambiato qualcosa se si fosse trattato di un asilo o di una chiesa? Anche perché è difficile immagina un Comune che blocchi la costruzione di una chiesa, o anche di un semplice centro sportivo…

Nulla sarebbe cambiato, la sentenza è chiara nell’affermare il principio di reciprocità delle distanze. Consideri che il regolamento dell’Unione Valdera contempla tra i luoghi sensibili anche i bed and breakfast. Verificheremo se per le stesse ragioni sono state inibite altre aperture di luoghi sensibili, oltre alla discoteca in questione.

Immagino intenterete appello al Consiglio di Stato, che tempi ci sono?

Entro la fine del corrente anno dovremmo avere una pronuncia. Speriamo che il Consiglio di Stato faccia chiarezza.

gr/AGIMEG