Cassazione, “Sì a tesi della Corte d’Appello: macchinette vanno collegate alla rete anche se non ci sono giocate e vincite in denaro”

La Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione respinge il ricorso di una compagnia che si è vista sanzionare dai Monopoli di Stato (per 114mila euro) per aver istallato 57 apparecchi da gioco non autorizzati. La compagnia ha provato a sostenere che le macchine in questione fossero legali, visto che “non prevedevano vincite in denaro né tanto meno il loro funzionamento era azionabile mediante denaro”. (sarebbero quindi ricadute nella disciplina generale del DPR 640 del 1972, e non nel 110 Tulps). La Cassazione tuttavia non ha potuto esaminare l’argomentazione – “Si tratta come è evidente di una valutazione di merito non censurabile nel giudizio di cassazione” – ma ha comunque richiamato la sentenza della Corte d’Appello: “sostanzialmente le apparecchiature in esame sono dei slot machines vere e proprie a funzionamento elettronico e nel quale l’esito della partita ha un carattere assolutamente aleatorio. Ciò basta ad includere le apparecchiature de quibus nell’ambito della previsione di cui al TULPS art. 110 il quale consente l’impiego di apparecchiature che consentono giochi che non necessita di abilità manuale o strategica solo in quanto esse siano collegate alla rete telematica di cui alla lett. b) del comma 6 della suddetta norma. Collegamento pacificamente non ricorrente nella fattispecie”. E secondo la Cassazione, “la valutazione effettuata dalla Corte distrettuale non presenta vizi logici e/o giuridici”. rg/AGIMEG