Da oggi i cittadini europei potranno accedere anche alle memorie depositate dagli Stati membri nei giudizi instaurati di fronte alla Corte di Giustizia. Lo ha stabilito il Tribunale dell’Unione Europea, nella sentenza sulla causa Patrick Breyer vs Commissione (T-188/12). Il regolamento n. 1049/2001 disciplina in modo dettagliato l’accesso ai documenti detenuti dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione. Nel 2011 il signor Breyer aveva chiesto di poter accedere alle memorie depositate dall’Austria nell’ambito di un procedimento per inadempimento avviato – contro lo stesso Stato membro – dalla Commissione per la mancata trasposizione della direttiva sulla conservazione dei dati (la sentenza venne emessa il 29 luglio 2010). La Commissione negò l’accesso ; spiegando che le memorie non ricadevano nell’ambito di applicazione del regolamento. Breyer ha quindi chiesto l’intervento del Tribunale che oggi ha annullato il diniego della Commissione. Secondo i giudici, infatti, non vi è alcuna ragione di effettuare una distinzione tra le memorie della Commissione (soggette al diritto di accesso) e quelle di uno Stato membro. Il Tribunale sottolinea che la sua sentenza non definisce la questione, diversa, se atti formati dal giudice stesso (quali i verbali d’udienza) e trasmessi ad un’istituzione nell’ambito di un procedimento giurisdizionale rientrino anch’essi nell’ambito di applicazione del regolamento. Ricordiamo che la Corte di Giustizia in diverse occasioni si è pronunciata sulle normative nazionali in materia di giochi, nel caso dell’Italia l’ultima sentenza è arrivata a gennaio e riguardava la durata delle concessioni delle scommesse assegnate con il bando Monti. rg/AGIMEG