DIA, relazione al Parlamento: “nel Lazio inchieste su gestione sale giochi e scommesse nella provincia di Roma”

“Nel Lazio sono state nel tempo registrate consolidate presenze di camorra, di ‘ndragheta e di cosa nostra che mantengono legami con il territorio d’origine e che allo stesso tempo agiscono relazionandosi tra loro e con le organizzazioni autoctone. Un rapporto cementato da accordi finalizzati alla spartizione degli affari criminali più redditizi”. Lo scrive la Direzione Investigativa Antimafia nella Relazione sulle attività del secondo semestre 2018. La Dia parla di “Un territorio complesso in cui si è assistito alla formazione di una sorta di “tavolo permanente” tra le mafie, unico nel suo genere, dove si incontrerebbero gli appartenenti di vertice delle diverse compagini, in una tipologia di aggregazione criminale non riscontrata in altre parti d’Italia. Per quanto riguarda il settore del gioco, si ricorda che tra ottobre e novembre 2018 “sono stati eseguiti ulteriori decreti di sequestro di beni, nell’ambito di filoni investigativi scaturiti dall’operazione Babylonia che nel 2017 aveva condotto all’arresto di 23 appartenenti a due distinte associazioni criminali con base a Roma e a Monterotondo, rispettivamente capeggiate da un pregiudicato campano (contiguo al clan napoletano Amato Pagano) e uno pugliese (collegato ai Cellamare) e dedite alla gestione di sale da giochi, bar e ristoranti, con finalità di riciclaggio e alla fittizia intestazione di beni, aggravati dal metodo mafioso. I nuovi provvedimenti di sequestro hanno riguardato 4 società di capitali attive nel settore della ristorazione, dei giochi e delle scommesse e in quello immobiliare, per un valore complessivo di circa 7,5 milioni di euro”. Nella relazione si fa anche riferimento all’operazione Galassia, del novembre 2018, dal momento che alcuni degli arresti sono stati eseguiti a Roma (oltre che a Reggio Calabria, Milano, Catanzaro, Palermo e Agrigento). “L’inchiesta ha accertato l’interesse delle cosche Tegano, De Stafano, Piromalli, Pesce, e Bellocco nel settore della gestione dei giochi e delle scommesse. Nell’occasione è stato sequestrato un ingente patrimonio costituito da 37 società di scommesse online (di cui 23 estere con sede in Austria, Malta, Romania, Svizzera e Antille Olandesi), immobili, conti correnti e quote societarie per un valore complessivo di oltre 700 milioni di euro”. Per quanto riguarda Ostia, nella relazione si ricorda l’operazione “Apogeo” del dicembre 2018, con cui sono stati sequestrati beni per 19 milioni di euro, riconducibili a esponenti del clan Spada, “L’indagine patrimoniale aveva permesso di ricostruire le modalità con le quali gli appartenenti a tale famiglia avevano posto le basi, con il diffuso utilizzo di metodologie mafiose, per il controllo delle attività di balneazione, delle sale da giochi e di esercizi commerciali, destinando per lo sviluppo di tali attività i proventi di estorsioni, usura e traffico di sostanze stupefacenti”. Sul litorale, nella zona a cavallo tra la provincia di Roma e quella di Latina, “si registra la coesistenza di fenomenologie criminose di diversa matrice, tra le quali rilevano in modo particolare proiezioni della camorra e della ‘ndrangheta che non disdegnano relazioni con altre compagini criminali”. In particolare, i clan camorristici si sono espansi nella zona costiera “con investimenti nella gestione di sale giochi, nelle agenzie immobiliari e nelle società di servizi finanziari, con interessi anche negli appalti pubblici per lo smaltimento dei rifiuti, la realizzazione di opere edili e l’estrazione di materia prima dalle cave”. lp/AGIMEG