D’Ettore (Forza Italia) ad Agimeg: “I tempi di riapertura delle imprese del gioco pubblico si sono troppo dilungati. Le banche si dovranno impegnare ad un rapporto sano con gli operatori”

Banche, accesso al credito, conti negati alle aziende di gioco e riaperture del settore del gioco al centro della diretta Agimeg odierna del direttore Fabio Felici con l’on. Maurizio D’Ettore (Forza Italia), vice presidente della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul Sistema Bancario e Finanziario.

Il settore del gioco è chiuso da 310 giorni ed un fantomatico codice etico vieta l’apertura di conti correnti alle aziende di gioco. A che punto è la situazione? Cosa dobbiamo aspettarci?
“La situazione è gravissima, in Commissione banche io ed altri colleghi dell’ufficio di presidenza abbiamo chiesto una serie di audizioni, serrate e continuativa, iniziata nei giorni scorsi con Abi. Il problema non riguarda solamente l’accesso al credito, ma chi ha già rapporti di conto corrente, che vengono estinti solamente tramite una mail. Ho fatto presente all’Abi che questa cosa è di una gravità estrema, un rapporto sorto non può essere considerato nella mera disponibilità di una sola parte, c’è un tema di legalità e legittimità. Abi non può dire che ci troviamo di fronte a scelte autonome, in quanto in un rapporto in essere si genera affidamento, mentre in alcune mail si dice agli operatori ed ai correntisti del mondo del gioco che sono persone trasparenti e lavorano bene, ma che devono chiudere il conto. Vi è una distorsione della disciplina. Un codice etico esiste per tutti, la lealtà nella esecuzioni dei rapporti vale per tutti, non ci deve essere un codice etico contro qualcuno, c’è reciprocità nei rapporti.
La prossima settimana avremo ulteriori audizioni, saranno chiamate una ad una tutte le banche su cui abbiamo avuto segnalazioni. Ricordiamo che stiamo parlando di imprese che agiscono nel gioco legale, ci sono casi veramente incomprensibili, ma siccome l’esecuzione secondo buona fede di rapporti contrattuali è reciproca, non stiamo cioè parlando di un contratto imposto, nel momento in cui una banca apre un conto, ha il dovere di proseguirlo, in quanto la permanenza del conto corrente serve anche al pagamento di imposte, tributi, per poter agire ed operare come concessionario, secondo il rapporto che lega operatori di gioco legale e lo Stato. Viceversa, quanto sta accadendo è gravemente lesivo della libera iniziativa individuale e delle regole che tutelano le imprese, non si possono chiudere i conti da un giorno all’altro. Questi atteggiamenti dovranno essere spiegati nel dettaglio e vogliamo un impegno formale del Governo nel risolvere la questione. La Commissione di inchiesta si muoverà nel rispetto delle regole, ma le banche interessate dovranno dare risposte congrue secondo legalità”.

Come le sono sembrate le prime risposte dal mondo del credito? Ha notato collaborazione od ostracismo?
“L’Abi ha preso un impegno a ritornare con degli aggiornamenti. Io stesso mi sono impegnato e nei prossimi giorni dopo le audizioni delle singole banche farò presente internamente che bisogna intervenire con grande rapidità”.

Come Forza Italia avete dimostrato vicinanza al settore del gioco pubblico. Quale è la sua opinione sulla chiusura delle attività di gioco e sulla mancanza di un orizzonte temporale? Ha novità su possibili date di riapertura?
“Abbiamo la maggioranza migliore per risolvere i problemi, ma i tempi sono ancora troppo lunghi. Il Governo ha mostrato attenzione sulla questione, ma dentro il Parlamento alcune forze non hanno lo stesso atteggiamento e comprensione. Il tema è la libera iniziativa individuale, che può essere compressa in via straordinaria, ma un’attività non può essere azzerata completamente o dimenticata a lungo. I tempi di riapertura delle imprese del settore del gioco si sono così dilungati che non sono più compatibili con l’esercizio della libera iniziativa economica legale. Ricordiamo poi che se il gioco legale non produce attività, c’è qualcun altro che in quel settore si infila in modo illegale e determina effetti peggiori sull’ economia e sulle persone. Se lo Stato determina la legalità dell’iniziativa economica e la ritiene socialmente utile, vuol dire che ci sono regole e controlli, mentre se non c’è si entra nella criminalità. Lo Stato ha il dovere di intervenire per risolvere la situazione. Abbiamo avuto pazienza e siamo leali, però abbiamo un tempo . Già la prossima settimana ci muoveremo per chiedere risposte immediate in merito alle riaperture. Se la profilassi vaccinale sta andando molto bene e la curva dei contagi continua a scendere, bisogna valutare la riapertura di questo settore. Dietro ai lavoratori ci sono storie di vite, famiglie, attività di impresa e redditi che non ci sono più. Purtroppo vi è una valutazione distorta: si parla più di ludopatia che di imprese di gioco. E’ giusto aiutare chi è in difficoltà, ma se il gioco è legale e la legge stabilisce chi lo deve svolgere e con quali regole, lo Stato deve consentire di lavorare, il tempo delle chiusure è finito. La ripresa del Paese passa anche dalla riapertura delle imprese che operano in questo settore. Chiederemo appuntamenti ai ministeri competenti, bisogna stringere i tempi. Non è solo una questione di gettito fiscale, ma ci sono valori superiori come la dignità del lavoro e la libertà di impresa. Il presidente Draghi da questo punto di vista è molto sensibile sulle riaperture. La politica non può essere scissa dalla realtà, c’è un limite oltre il quale non si può andare. I lavoratori del settore del gioco hanno sempre avuto un comportamento corretto anche nella protesta, si è fatto sentire nel rispetto della pubblica convivenza, è stato in piazza ed ha sempre cercato i canali istituzionali, facendo tutto ciò che legittimamente fa chi protesta. Anche questo comportamento deve essere apprezzato”. cr/AGIMEG