Ha suscitato grande interesse la sentenza della Corte di Giustizia Tributaria di Napoli, che interviene sul pagamento dell’imposta unica da parte dei CTD (Centri Trasmissione Dati). L’avvocato Daniela Agnello, esperta di giochi e scommesse, in sede penale, tributaria, amministrativa e presso le sedi della Corte di Giustizia UE, legale degli operatori e dei centri trasmissione dati, ha rilasciato ad Agimeg una esclusiva intervista sulla questione.
La nota del suo studio legale definisce “storica” la sentenza della Corte di Giustizia Tributaria di Napoli. Ci vuole spiegare le ragioni?
“La sentenza affronta per la prima volta il tema della legittimità di un trattamento sanzionatorio tributario applicato ad un operatore discriminato nell’accesso al sistema concessorio italiano e ostacolato alle regolarizzazioni fiscali.
I giudici tributari individuano gli obiettivi della normativa applicata da ADM, puntualmente ed espressamente indicati dal legislatore. La voluntas legis è finalizzata a reprimere il gioco illecito e non è riconciliabile con la peculiare situazione in cui opera Stanleybet e i centri affiliati. La Corte di Giustizia Tributaria attesta che l’operatore Stanleybet è equiparato ai concessionari in funzione rimediale per sanare le discriminazioni e le reiterate violazioni del diritto dell’Unione subite in occasione delle precedenti gare”.
Si tratta comunque di un primo grado di giudizio suscettibile di impugnazione?
“La sentenza di primo grado è immediatamente esecutiva ed esprime un principio di diritto già confermato
- dalla Corte di Giustizia UE “non si possono applicare sanzioni all’operatore discriminato”,
- dalla Corte Costituzionale “raccoglie scommesse legalmente in Italia”,
- dalla Corte di Cassazione in sede penale “il fatto non sussiste”
- dal Consiglio di Stato “eccezione alla regola … sanato dalla giurisprudenza”
- da migliaia di sentenze di merito.
ADM sicuramente presenterà impugnazione ma i giudici di secondo grado dovranno smentire i principi di diritto già consolidati dall’intero mondo giudiziario nazionale ed euro unitario”.
La tutela del titolare del centro Stanleybet è spesso al centro dell’attività del suo studio?
“Lo Studio Legale Agnello è specializzato in materia di giochi e scommesse da oltre 20 anni. La giurisprudenza ottenuta dallo Studio annovera le principali sentenze della Corte di Giustizia Gambelli, Placanica, Costa e Cifone, Laezza, Stanley e StanleyParma e migliaia di pronunzie nazionali di merito e di legittimità. Lo studio assiste gli operatori e i centri trasmissione dati. Ho sempre sostenuto, con tutte le mie forze, che il titolare del centro svolge attività lecita ed è equiparato ai luoghi di vendita del concessionario statale e, come tale, non può essere inciso dall’imposta unica delle scommesse quantomeno a far data dal 2015. Diversamente si crea una nuova discriminazione ai danni di soggetti italiani che hanno svolto solo un servizio transfrontaliero senza incidere sull’attività produttiva delle scommesse. La Corte di Giustizia Tributaria di Napoli ha espressamente riconosciuto che è “il bookmaker che svolge l’attività a dover pagare il tributo mentre alle ricevitore non verrà più richiesto il pagamento dell’imposta unica”.
ADM deve avviare le azioni direttamente contro l’operatore e non contro i titolari dei centri che svolgono attività trasparente, lecita e legittima, così come ripetutamente attestato dalla giurisprudenza di merito e di legittimità”.
Uno dei temi principali che coinvolgono la Stanleybet è quello dell’imposta unica. Com’è in tal senso la situazione dal punto di vista legale? Esiste, secondo lei, un modo per arrivare alla soluzione del contenzioso?
“La Stanley è stata per lunghi anni assoggettata a sanzione penale e i Giudici hanno poi riconosciuto che il fatto non sussiste. In seguito sono state applicate sanzioni amministrative e poi disapplicate dal giudice. Adesso si trova a combattere le sanzioni tributarie previste esclusivamente per le attività illecita. La società chiede dal 2016 il collegamento al totalizzatore nazionale e di pagare le imposte alle medesime condizioni e modalità previste per gli operatori nazionali.
La giurisprudenza penale e amministrativa di vertice che ha creato il “caso Stanleybet” con attività lecita e legittima dev’essere riconosciuta da ADM per scongiurare aggravio di spese per l’Erario e correlati danni. Questo è il modo giusto per risolvere il contenzioso e per liberare i titolari dei centri da un trattamento fiscale aberrante che prevede circa il triplo delle imposte rispetto agli operatori nazionali e sanzioni sino al 240 %”.
Anche dalla parte di ADM si presentano sentenze importanti in materia tributaria?
“Ci sono innumerevoli sentenze che riconoscono i diritti di ADM ma in tali pronunzie non vengono trattati i temi di sanzione tributaria, voluntas legis, attività trasparente lecita e legittima. Una sentenza che non tratta e non risolve le istanze della difesa si traduce in una denegata giustizia. Contro queste sentenze abbiamo proposto impugnazione e confidiamo che nei successivi gradi di giudizio vengano espressi i principi di diritto, già riconosciuti dai Giudici Tributari di Napoli”. ff/AGIMEG