‘Cronache di Napoli’, imprenditore scommesse costretto a chiudere per sempre: “Presi in giro dallo Stato e mal visti dall’opinione pubblica”

L’emergenza sanitaria continua a fare vittime. Sono sempre più numerosi i settori che fanno i conti con il baratro della crisi economica e molte attività sono state costrette a chiudere per sempre. Tra gli imprenditori distrutti dalle misure adottate per arginare l’epidemia di Covid c’è Claudio Caturano, da Casavatore (NA), che si è arreso. “Volevo dare un futuro a mio figlio e ai miei nipoti, così ho pensato di aprire una sala scommesse. L’investimento mi è costato 300 mila euro, ma l’ho fatta con piacere perché mi sembrava una buona idea. I guadagni sono stati soddisfacenti fino ad un anno e mezzo fa”, si legge sulle ‘Cronache di Napoli’. Dopo il primo lockdown “ho seguito tutte le procedure per garantire la sicurezza nel mio locale: i distanziatori e le barriere in plexiglass”, come imposto dai protocolli del Governo, ma è stato tutto inutile. La sala è stata costretta chiudere e ora che si è deciso di ripartire “siamo stati ancora una volta esclusi. Andranno a scemare le partite e sarà inutile prevedere la nostra riapertura a giugno. I costi saranno maggiori dei guadagni. Siamo presi in giro come è accaduto l’anno scorso”, continua Caturano. Ma le spese continuano a correre, anche con le sale chiuse. “Sono stato costretto ad attingere ai risparmi di una vita, per il momento ho già perso 25 mila euro. I ristori sono ridicoli, l’ultima presa in giro. Sto aspettando da tempo mille euro. Non posso continuare ad investire senza ricevere entrate”. “Eppure il gioco non si è mai fermato. Continua quello online e inoltre sono nati una serie di siti fuorilegge. Siamo tartassati da tutti. Siamo visti male dallo Stato, dalle banche e dall’opinione pubblica nonostante sia tutto tracciabile”. lp/AGIMEG