“In Italia quest’anno si giocheranno circa 87 miliardi di euro un numero che detto così sembra importante ma i soldi veramente spesi dagli italiani saranno 17 miliardi, perché il resto viene restituito ai giocatori sotto forma di vincite di questi 17 miliardi circa la metà, va allo Stato, che incasserà circa 8 miliardi di Euro dunque è un caso abbastanza raro per un settore dell’industria visto che il gioco lo è a 360 gradi ed è per questo che credo che il gioco è un settore che andrebbe tutelato e sul quale non andrebbero fatte speculazioni politiche”. Sono alcuni dei dati emersi durante il convegno Ludi Universum che si è tenuto all’Università di Salerno, promosso dall’Osservatorio Internazionale sul Gioco. “Gli interventi politici di cui si sente parlare in questi giorni potrebbero portare ad una grave sofferenza del mercato che – ha sottolineato Fabio Felici direttore di Agimeg e moderatore del convegno – che dal lavoro a 200 mila persone, in pratica una sorta di Fiat dei Giochi”. Tra i relatori anche Giorgio Sandi Presidente e AD di Snai: “Il Ministro Lorenzin ha detto che siamo letteralmente bombardati dalla pubblicità sul gioco d’azzardo rispetto al giro d’affari del gioco stesso dal quale lo Stato incassa pochissimo. “Ma 8 miliardi di euro, non mi sembra che sia pochissimo” ha ribadito Sandi . “Lorenzin dice che hanno stanziato una cifra in Stabilita ma non è sufficiente per affrontare la questione del gioco d’azzardo patologico, abbiamo fatto un conto e i costi sociali del gioco d’azzardo ammontano a 6 miliardi. Certamente penso che il Ministro avrà le prove di queste dichiarazioni e, naturalmente, sono andato a cercarmi i dati, ma io questi dati non li ho trovati, anche se il Ministro deve farli vedere ai cittadini e non a me”. “Se il gioco produce 8 miliardi e lo Stato vuole intervenire è padrone perché il gioco è suo, ma quello che non può fare è estirpare il gusto del gioco dalle persone e non possono dire che questi 8 miliardi sono gratis perché un costo ce l’hanno. Se lo Stato dice ‘rinuncio al gioco legale, torniamo all’illegalità e agli 8 miliardi’ non solo non ci saranno più gli 8 miliardi ma ci sarà la cancellazione del sistema legale del gioco che è l’unico che protegge i giocatori e potrebbe destinarli interamente allo studio delle patologie. Le good cause sarebbero ben accette, ma se lo Stato vuole investire questi 8 miliardi in altre cose, questo non spetta a me deciderlo”. Sulla difficoltà di fare impresa in un mercato forse troppo normato e in continuo cambiamento è intervenuta Barbara Toxiri, Direttore Centrale Politiche Sindacali della Federazione Italiana Tabaccai: “Il gioco pubblico esiste da molto tempo ed ha avuto uno sviluppo progressivo e importante fin quando, ad un certo punto, è esploso. Noi abbiamo dato il nostro contributo consapevoli che i nostri clienti apprezzavano il gioco, nella maggior parte dei casi, per l’aspetto ludico. Sicuramente delle devianze ci saranno state, ma non credo che questo giustifichi l’esplosione di norme e regolamenti che rendono quasi impossibile fare impresa. Cavalcando l’opinione pubblica, si è arrivati a prendere di mira il settore del gioco Awp e Vlt con leggi regionali che hanno introdotto i distanziometri. Tra i luoghi sensibili sono stati fatti rientrare palestre, cimiteri, luoghi ricreativi e via dicendo, e sono state introdotte anche limitazioni agli orari in cui è possibile giocare. Questo non è un modo serio di regolamentare il settore. Oltretutto la situazione viene aggravata da una magistratura altalenante che una volta è d’accordo con la chiusura dei locali e una volta no, con il tema delle distanze che crea diverse problemi e rende spesso difficile, se non impossibile, fare impresa”. “Tra le azioni e gli interventi previsti nella bozza di Delega Fiscale su cui si sta discutendo non viene considerato in alcun modo il comparto industriale del gioco pubblico”. Questo quanto sottolineato da Ezio Filippone, Presidente Federazione Italiana Gioco Pubblico che ha anche fatto una previsione sul probabile scenario del futuro mercato dei giochi: “ci sarà una riduzione dell’offerta globale di gioco e l’eliminazione delle concessioni esclusive”. “Mi sto occupando – ha concluso Filippone – della fase applicativa dei decreti legislativi della delega fiscale analizzando dettagliatamente tutti i passaggi dell’articolo 14”. mdc/AGIMEG