Consiglio di Stato respinge ricorso straordinario contro le distanze di Piacenza: la tutela della salute prevale sulla libertà di impresa

La Prima Sezione del Consiglio di Stato ha respinto il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica intentato da una sala da gioco control il distanziometro adottato dal Comune di Piacenza, bocciando in particolare la richiesta si rimettere la questione alla Corte Costituzionale. La sala in particolare aveva provato a far leva sul fatto che le distanze violassero la libertà di impresa, e che venissero applicate anche alle sale preesistenti. Sotto il primo aspetto, tuttavia, il Consiglio di Stato – citando anche la giurisprudenza della stessa Corte Costituzionale – ha ribattuto che “i princìpi invocati dalla ricorrente, come la libertà d’iniziativa economica e il legittimo affidamento, recedono dinanzi agli interessi tutelati dalla legge”. Inoltre, spiega che i provvedimenti del Comune non pregiudicano l’attività economica, “giacché si tratta, piuttosto, di misure inserite in un complesso sistema di rilocalizzazione delle attività in questione, in ragione dei superiori interessi di tutela della salute pubblica”. E sul fatto che le distanze si applichino anche alle sale preesistenti, il Collegio – citando una sentenza del Tar Napoli – osserva che “l’estensione dell’applicazione a tutti gli operatori del settore, ivi compresi quelli già operanti, non implica una retroattività delle disposizioni ma è piuttosto finalizzata ad escludere situazioni franche da una verifica periodica con la sottrazione totale dei soggetti già autorizzati da ogni possibilità di controllo e verifica successiva, con inammissibile incisione anche sui principi di imparzialità e di par condicio tra operatori del settore”. lp/AGIMEG