Consiglio Regionale della Liguria, focus sulle azioni di contrasto della ludopatia

“Presento questa interrogazione perché sono preoccupato dal fenomeno della ludopatia e voglio dare un po’ di dati in merito che riguardano la nostra Regione. Ad esempio, Genova è una delle città dove si gioca di più in Italia e penso che una delle ragioni possa essere la presenza di una slot ogni 150 persone”. E’ quanto afferma il Consigliere regionale della Liguria, Giovanni Pastorino, durante la sua interrogazione a risposta immediata incentrata sulla dipendenza da gioco nella Regione. “Al problema sul territorio si aggiunge quello dell’online che durante il lockdown ha visto aumentare notevolmente i volumi. E’ da notare che a seguito del “vizio” o meglio della dipendenza del gioco troppe persone perdono il lavoro, perdono famiglia e amici, rubano per poter recuperare soldi per mantenere la dipendenza, si indebitano alimentando la criminalità organizzata sempre per recuperare soldi che poi devono restituire con altissimi interessi e sotto minaccia in caso di ritardi o impossibilità. A fronte di questi dati, interrogo la Giunta regionale per sapere specificatamente e nel dettaglio quali iniziative di propria competenza intendano mettere in campo per ridurre i gravi danni individuali e sociali dovuti alla ludopatia, anche con riferimento a idoneo potenziamento del personale socio sanitario, a campagne pubbliche e a verifiche e controlli di legalità sul territorio”.

“E’ stato istituito un osservatorio regionale sul Gap, quale organo di monitoraggio, studio del fenomeno e confronto tra chi si occupa del gioco e consulenza della Giunta Regionale. Del tavolo fanno parte l’assessorato, la Sanità, i referenti di Alisa, area socio-sanitaria, struttura complessa salute mentale e dipendenze, gli operatori dei dipartimenti di salute mentale e dipendenze di strutture del privato sociale e accreditato. Dal 2019 la Liguria, con Alisa, è membro dell’Osservatorio nazionale per il contrasto della diffusione del gioco e il fenomeno della dipendenza grave, con incarico della consulenza. La Liguria partecipa alle attività di contrasto del gioco promosse dall’Istituto Superiore della Sanità e dal Ministero della Salute in collaborazione con gli altri membri del gruppo tecnico interregionale delle dipendenze. Il piano regionale di prevenzione ha delle linee dedicate alle dipendenze e azioni dedicate all’azzardo”. Così ha risposto Ilaria Cavo, assessore Politiche socio-sanitarie, giovanili, culturali e comunitari. “In Liguria la presa in carico dei soggetti che fanno domanda per il trattamento per il gioco d’azzardo patologico avviene da parte dei Serd. Alisa monitora da oltre 10 anni il fenomeno e mette in evidenza che le richieste di cura sono costantemente in aumento e i soggetti in carico ai Serd e ai dipartimenti di salute mentale e dipendenze liguri per il gioco patologico, sono passati da 216 del 2011 a 500 del 2020, l’82% è di genere maschile e il 18% è di genere femminile. E’ stato istituito da parte del Ministero della Salute un Fondo per garantire le prestazioni di prevenzione, questo Fondo determina una quota assegnata alla Liguria di un milione e 300mila euro annui. Il fondo è vincolato ad un piano della regione di attività che contenga la programmazione di azioni di contrasto al gioco, alla prevenzione e alla presa in carico. Le azioni a carattere regionale sono realizzate in modo uniforme su tutto il territorio e sviluppate in collaborazione con i servizi per le dipendenze, il privato sociale abilitato, i dipartimenti di prevenzione e altri servizi delle aziende sanitarie territorialmente competenti, le Università, i soggetti del terzo settore coinvolti nel dare risposta alla problematica della dipendenza da gioco. I Serd in collaborazione con le strutture del privato sociale accreditato negli ultimi tre anni hanno preso in carico un numero sempre maggiore di ludopatici e promosso azioni finalizzate a far conoscere i servizi e a fare prevenzione nel mondo delle scuole dotandosi di collaborazioni ad hoc nell’ambito dell’attività dell’osservatorio sul Gap è stato creato un sottogruppo di lavoro dedicato all’attività prevista dal piano regionale Gap. A livello regionale Alisa utilizza una quota del budget per progetti che riguardano tutto il territorio. Sintesi delle attività sino ad oggi promosse a livello regionale: promozione dei servizi dedicati attraverso attivazione di un numero verde, campagna informativa ‘Batti il gioco, puoi’, sportelli di accoglienza ed informazioni presenti sul territorio, pagine dedicate nei siti di Alisa e Asl, cortometraggio, trasmissioni dedicate all’azzardo, volantini e convegni. Per ciò che riguarda la prevenzione: laboratori sui rischi di dipendenza d’azzardo al Festival della Scienza, partecipazione alla notte europea dei ricercatori con il laboratorio sul gioco d’azzardo, prevenzione nelle scuole di secondo e primo grado con laboratori a cura del CNRR, attività nelle scuole con l’associazione Libera per promuovere la legalità e l’informazione sul gioco illegale, attività nelle scuole attraverso il dipartimento di prevenzione Asl, insegnanti nell’ambito dell’offerta formativa di Alisa, promozione dello sport e del gioco vero con una campagna formativa e un torneo di calcio, laboratori e spettacoli teatrali, implementazione di setting rivolti ai giovani dove si svolgono attività alternative al gioco e al consumo di sostanze. Per il monitoraggio e la ricerca: monitoraggio consumi di gioco tra i giovani attraverso un questionario mirato, report pubblicato da Alisa, monitoraggio di consumo e pratiche di gioco d’azzardo tra i giovani della Prefettura di Genova, progetto monitoraggio orientato alla prevenzione del fenomeno, ricerche quantitative e qualitative ad opera dei Serd locali. Sulla formazione: progetti di formazione regionale, percorso diagnostico e terapeutico degli assistenti dei nuovi Lea nel sistema delle dipendenze, corso di perfezionamento sostanze di abuso e gioco patologico in collaborazione con l’Università di Genova, percorsi terapeutici finanziati con il fondo per il gioco patologico e implementati in via sperimentale dai Serd in collaborazione con il privato sociale accreditato. L’impatto del disturbo da gioco d’azzardo nella vita delle persone talvolta richiede un intervento intensivo con separazione dal mondo esterno e lavoro specialistico individuale di gruppo in un ambiente protetto. Contemporaneamente la necessità di riparare i danni economici costituisce per i pazienti una priorità e rende impraticabile un percorso di trattamento a lungo termine in ambito residenziale, così si sono diffusi moduli di intervento residenziale breve ispirati ai più efficaci modelli di trattamento. L’obiettivo è fornire un periodo di distacco dall’opportunità di azzardo congruo con le necessità dei pazienti. Consentire un lavoro intensivo sulle diverse dimensioni colpite dall’azzardo, offrire momenti di lavoro individuale di gruppo, dare opportunità di cura che minimizzi la percezione di stigma e contaminazione con altre dipendenze: questi sono gli obiettivi del percorso di cura breve residenziale a cicli che affronta aspetti motivazionali e motivi cognitivi di prevenzione delle ricadute. Le attività di presa in carico con i soggetti con problematiche di gioco e attività di prevenzione e comunicazione, monitoraggio e ricerca sono svolte in co-progettazione con il privato sociale accreditato che in alcune Asl si è costituito in ATS. Il personale dedicato ha partecipato a formazione specifica. E’ stato assunto personale oltre a quello già presente nei Serd competente anche nella presa in carico dei giocatori d’azzardo patologici. Sono stati attuati contratti a sostenere il personale già presente nella Regione nell’implementare e svolgere le attività previste nei progetti di prevenzione, trattamento, abilitazione. Le figure professionali sono: antropologo, psicologo, educatore professionale, assistente sociale e amministrativo”, ha concluso.

“La questione è molto delicata e spesso e volentieri non se ne occupa nessuno. Sottolineo che ho trovato estremamente interessante la risposta della Giunta. Naturalmente, la cosa che rimane è che siamo di fronte ad un fenomeno crescente e gli strumenti messi in campo non appaiono sufficienti. Credo che prima o poi dovremo fare una iniziativa legislativa e decidere cosa fare della Legge del 2012. Di certo le slot presenti sul territorio non sono la sola causa del fenomeno, però ritengo che – pur avendo riguardo alle attività economiche – si debba porre rimedio. Una buona idea potrebbe essere un distanziometro dai luoghi sensibili. Sarebbe un grande segnale da parte della politica”, ha replicato Pastorino. lp/AGIMEG