Confindustria Giochi risponde a Balduzzi: «Basta numeri a caso. Serve una seria ricerca scientifica sulla ludopatia»

“Prima del 2004 – secondo stime della Guardia di Finanza- esistevano 800.000 video poker clandestini in gran parte gestiti dalla malavita. Oggi i circa 400.000 apparecchi da intrattenimento sono controllati dalla Stato e generano, insieme agli altri giochi, circa 4 miliardi di euro di gettito erariale”. Così Confindustria Sistema Gioco Italia risponde a quanto dichiarato dall’ex ministro della Salute Renato Balduzzi, in un colloquio sulla Stampa, all’indomani della pubblicazione dell’indagine secondo cui il 20% degli under 18 giocano d’azzardo: “Le ludopatie – ha detto Balduzzi – avanzano e impongono costi umani, sanitari e sociali di gran lunga superiori alle entrate”.
“Il settore è fra i più controllati, con oltre novemila verifiche annue da parte delle forze dell’Ordine – prosegue la risposta di Sistema Gioco Italia –  Una recente ricerca di Transparency-Università Cattolica certifica come siano altre le attività più alto rischio d’ infiltrazione malavitosa, ma tutto questo Balduzzi fa finta di ignorarlo. Ma ancora più grave è l’affermazione secondo cui i costi sociali legati alle dipendenze da gioco sarebbero più alti degli introiti. Nessuno meglio dell’ex ministro sa che un’ asserzione come questa è un’iperbole falsa, basata su nessun fondamento scientifico, legata a ricerche settoriali e senza nessuna rilevanza statistico-scientifica. Ricordiamo che, ad oggi, i dati dei SERT, i centri che si occupano di dipendenze da gioco, certificano in poco più di 7.000 i casi in cura in tutta Italia. Per l’ennesima volta Confindustria Sistema Gioco Italia chiede che sia fatta chiarezza, che si smetta di diffondere numeri a caso, ma che finalmente si dia il via a una seria ricerca scientifica che possa finalmente chiarire il perimetro del fenomeno e dare così indicazioni chiare agli operatori. Da anni abbiamo dato e confermiamo la nostra disponibilità a collaborare a questo progetto nel vero interesse della collettività”. cz/AGIMEG