“Il codice ATECO è del tutto inadeguato a fornire una fotografia affidabile della realtà delle imprese”, spiega Confesercenti. “Utilizzarlo vuol dire lasciare migliaia di imprese nell’incertezza normativa, visto che possono avere un codice di attività ‘prevalente’ che non corrisponde alla totalità dei servizi offerti”. E’ quanto si legge in una nota di Confesercenti. “Abbiamo messo in guardia più volte il governo sul problema creato dall’ATECO. Che si estende, purtroppo, anche ai ristori: l’individuazione dei beneficiari dei provvedimenti attraverso il codice di attività economica ha infatti escluso troppe imprese, dagli agenti di commercio specializzati in ristorazione ai fornitori, per non parlare di quelle tabaccherie ed edicole che svolgono attività secondaria di somministrazione, completamente ignorate dai vari DL perché, in teoria, escluse dalle restrizioni. Per il Ristori Quinques sarà assolutamente necessario abbandonare questo criterio, o sarà un disastro: gli aiuti – che dovranno essere calcolati sull’intero 2020 – dovranno includere tutte le imprese che hanno avuto un calo di fatturato superiore al 30% riconducibile alle restrizioni, o sarà un disastro”. ac/AGIMEG