Le corse clandestine di cavalli sono un fenomeno diffuso in Sicilia. Ad evidenziarlo è stato il capitano Gianmauro Cipolletta, comandante della Compagnia dei carabinieri di Paternò, in provincia di Catania, che nell’ultimo anno ha svolto diverse operazioni proprio in merito a questo fenomeno criminale.
“Nell’ultimo anno abbiamo 26 denunciati, di cui otto contigui o con precedenti per mafia, e 8 cavalli sequestrati. Abbiamo elevato illeciti amministrativi per 73 mila euro di sanzioni. I reati contestati sono diversi. Partiamo dal maltrattamento di animali che contestiamo quando troviamo stalle con cavalli maltrattati o sottoposti a cicli di farmaci di natura dopante o ancora sprovvisti del microchip. Invece quando riusciamo a interrompere una gara clandestina subentra il reato del divieto di combattimento tra animali”, ha sottolineato in un’intervista a La Sicilia.
“La criminalità organizzata ha un interesse importante per le alte poste in palio: le scommesse clandestine. Nell’ultima corsa noi avevamo accertato che il giro di scommesse ammontava a 200mila euro. Cifra molche poi viene spartita tra gli organizzatori. Le corse clandestine rappresentano da un lato emblema di controllo del territorio e anche una forma di reinvestimento di capitali illecitamente conseguiti. L’interesse è trasversale per tutti i clan mafiosi, dai Santapaola-Ercolano ai Laudani”, ha aggiunto. cdn/AGIMEG