«La chiusura delle discoteche era improcrastinabile, siamo pronti ad altre restrizioni se la situazione dovesse peggiorare». Lo ha detto Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di sanità e membro del Cts (comitato tecnico scientifico), commentando le misure attuate dal Governo, che ha chiuso in tutta Italia le discoteche al fine di evitare una recrudescenza del coronavirus. Parole che tuttavia lasciano intendere come, in caso di ulteriore peggioramento della situazione, si possa andare nella direzione di un nuovo lockdown.
«L’inizio della stagione estiva ha comportato la necessità di considerare alcune riaperture per non danneggiare l’economia del turismo e per consentire agli italiani di godere le vacanze in località montane e marittime, evitando l’estero. Forse, si doveva prestare maggiore attenzione al rispetto delle regole d’oro: indossare la mascherina nei luoghi chiusi e all’aperto in caso di impossibilità a mantenere il distanziamento interpersonale adeguato, osservare una scrupolosa igiene delle mani ed evitare assembramenti», ha detto Locatelli in un’intervista al ‘Corriere della Sera’.
Sulle discoteche «la scelta era improcrastinabile. Avrà un impatto economico, purtroppo, ma la salute viene prima di tutto e quanto abbiamo visto accadere nelle discoteche come luoghi di assembramento va evitato altrimenti rischiamo di ritrovarci presto in una situazione più allarmante. Siamo usciti dalla fase più critica, ma non dalla fase viva dell’epidemia. Rispetto ai mesi bui, marzo-aprile, quando era concentrata al nord, alla Lombardia, ora è diffusa su tutto il Paese con centinaia di focolai». Per il presidente del Consiglio Superiore di sanità, dunque, non sarebbero da escludere in un prossimo futuro ulteriori restrizioni. «Il rischio non va escluso. Oggi chiudono le discoteche, domani chissà. Dipende da noi cittadini. Non continuiamo così. Abbiamo ancora dei vantaggi, sfruttiamoli». lp/AGIMEG